C’è un filo sottile che lega i Licciardi della Masseria Cardone ai Polverino di Marano. Un filo fatto di trame, interessi e riutilizzo di capitali illeciti. Del resto i gruppi di Marano hanno sempre mantenuto buoni rapporti con l’Alleanza di Secondigliano (di cui i Licciardi sono fondatori insieme ai Mallardo di Giugliano e i Contini del Vasto-Arenaccia) ma negli ultimi tempi i ‘buoni uffici’ pare essersi tramutati in affari condivisi. Ne è una prova l’apertura di una caffetteria nella zona di Marano che, secondo informative delle forze dell’ordine, è riconducibile a “personaggi riconducibili a entrambe le cosche che hanno effettuato una sorta di joint venture”.
I rapporti tra i due gruppi comunque sono sempre stati ottimi. Ne è per esempio una prova ciò che accadde nell’ottobre del 2013 quando i carabinieri catturarono Antonio Teghemie. L’uomo era ricercato da due anni è famoso alle cronache giudiziarie per essere il marito di Maria Licciardi. Il 67enne fu catturato proprio a Marano in un appartamento riconducibile a Gianfranco Leva ritenuto da sempre uno dei ‘consigliori’ più influenti del gruppo della Masseria Cardone e ‘trait d’union’ con i maranesi.