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lunedì, Maggio 6, 2024
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Sorpreso in casa con la droga, catturato il cognato del ras Lazzaro

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Avevano fiutato la ‘preda’ e non se la sono lasciata scappare. Ennesimo blitz anti-droga degli uomini del commissariato di Pianura (guidati da Arturo De Leone) che lo scorso pomeriggio hanno collezionato un nuovo arresto che va a sommarsi al numero, già cospicuo, di interventi realizzati dai ‘mastini’ dell’area flegrea. Ieri pomeriggio gli agenti, veri e propri ‘occhi mobili’ sul territorio, hanno notato un viavai di persone entrare ed uscire da uno stabile. L’attività di osservazione ha consentito ai poliziotti di individuare, nello specifico, un appartamento dove queste persone si recavano; pertanto, hanno effettuato un controllo dell’abitazione all’interno della quale hanno sorpreso un uomo seduto ad un tavolo sul quale vi erano tre involucri di cocaina del peso di 9 grammi circa, due bilancini di precisione intrisi della stessa sostanza, diverso materiale per il confezionamento della droga, un telefono cellulare e 2690 euro; inoltre, all’interno di un pensile della cucina, gli operatori hanno rinvenuto un panetto di hashish del peso di 70 grammi circa e due documenti di identità di cui uno, intestato all’indagato ma risultato contraffatto mentre l’altro, privo di foto ed intestato ad un’altra persona, è risultato essere provento di furto. L’uomo seduto al tavolo era il 38enne Antonio Ivone (originario del Rione Traiano), cognato del ras Salvatore Lazzaro detto ‘Lulù’ uno dei promotori della ‘scissione’ dai Puccinelli-Petrone. Per Ivone sono arrivate le manette nonchè l’accusa didetenzione illecita di sostanze stupefacenti e una denuncia per ricettazione e possesso di documenti di identificazione falsi.

Il profilo di Salvatore Lazzaro: il ras che da Pianura voleva prendersi il Rione Traiano

Ivone fa parte dell’omonimo gruppo del Rione Traiano ma è soprattutto cognato di Salvatore Lazzaro alias ‘Lulù’ (che ne ha sposato la sorella). Oltre alla guerra con il vecchio ‘clan madre’ Lazzaro è divenuto famoso perchè tirato in ballo da alcuni pentiti come ideatore di un progetto finalizzato ad uccidere il figlio del boss Francesco Petrone. In una serie di intercettazioni captate dalle forze dell’ordine Lazzaro e i suoi parlavano del piano: «Quando ci avranno fatto sedere al tavolo, sai che diranno? Hanno sparato nelle finestre, proprio per non incominciare la guerra, perché sanno che morivano, perché quella è una famiglia storica, invece quando noi partiamo, partiamo. E diciamo: bum a uno, bum a ‘o nano grande (Francesco Petrone), e bum a ‘o nano piccolino (Salvatore Petrone)». In un’altra intercettazione a parlare sono Lazzaro e Emanuele Manauro, non sanno ovviamente di essere intercettati. Lazzaro: «Da dentro la finestra no! Ci sta pure tua sorella (Simona Manauro)… non volendo succede che c’è una buca nel vetro, non si può mai sapere… invece tu prendi lui (Ciro Puccinelli, alias Cirotto, legato alla sorella di Manauro) di faccia, e tua sorella piange una volta sola, piange un anno, due anni, tre anni, e poi se lo scorda».

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Le dichiarazioni di Genny Carra

Lazzaro fu arrestato nel novembre del 2021 da latitante a Giugliano (leggi qui l’articolo). A ribadire la caratura criminale di ‘Lulù’ anhe le dichiarazioni di Genny Carra:«Una sera, mentre ero con Lazzaro, Manauro, Cozzolino e Basile “cozzecanera” da “Agostino”, un chiosco che si trova di fronte allo “Chalet Delle Rose” a Mergellina, arrivò Francesco Petrone in auto e iniziò a inveire contro di loro dicendogli che invece di perdere tempo dovevano andare a lavorare nelle piazze di spaccio. Io mi trattenni con Petrone cercando di calmarlo e dicendogli che erano ragazzi validi e non andavano tratti in quel modo. I quattro invece andarono via. Capii subito che avevano brutte intenzioni». Fu quello l’inizio della scissione che insanguinò per due anni l’area flegrea determinando un riposizionamento radicale degli assetti in campo culminato con il maxi blitz che scompaginò il clan Puccinelli-Petrone.

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