PUBBLICITÀ
HomeCronacaStangata al gruppo Imperiale, inflitti oltre 200 anni di carcere: condannati anche...

Stangata al gruppo Imperiale, inflitti oltre 200 anni di carcere: condannati anche i narcos pentiti

PUBBLICITÀ

Arrivano le condanne per il gruppo di Raffaele Imperiale, per tanti anni re del narcotraffico mondiale. Il pm aveva chiesto una condanna superiore a 14 anni, il gup del Tribunale di Napoli ha accolto la richiesta della Procura di Napoli condannando Imperiale a 15 anni e 8 mesi. Da due anni collaboratore di giustizia, Raffaele Imperiale ha fornito diverse ammissioni a proposito delle accuse che gli sono state contestate. In passato, era noto come il boss dei quadri di Van Gogh, per aver restutuito alla giustizia italiana i due quadri che erano stati trafugati e che Imperiale aveva comprato da un ricettatore olandese.

Nel corso del processo, Imperiale ha anche messo a disposizione un’isola artificiale al largo del porto di Dubai. Tra le altre condanne, vanno ricordate i dieci anni e quattro mesi per Liguori e Mauriello, otto anni per Murolo e 4 anni per De Dominicis (difesi dall’avvocato Luigi Senese) rispetto a richieste di condanna decisamente più elevate. Mauriello, oltre che Senese, è difeso anche dall’avvocato Maria Grazia Padula. L’imputazione per Murolo è passata a quella di mero partecipe: il ras è difeso dagli avvocati Luigi Senese e Rocco Maria Spina.

PUBBLICITÀ

Nonostante la scelta del rito abbreviato, le condanne disposte dal giudice sono state ben venti, per un ammontare di quasi due secoli. Pena severa anche per Bruno Carbone, ex braccio destro del «boss dei Van Gogh» Imperiale e anch’egli oggi collaboratore di giustizia, che ha incassato 14 anni di reclusione.

LE CONDANNE

Mario Allegretti 9 anni e 8 mesi di reclusione; Luca Alvino, 13 anni; Luca Cammarota 11 anni e 8 mesi; Bruno Carbone, 14 anni; Gianmarco Cerrone 4 anni e 8 mesi; Antonio Cerullo, 9 anni e 4 mesi; Antonio De Dominicis 4 anni; Ciro Gallo, 11 anni; Corrado Genovese, 6 anni e 8 mesi; Giovanni Gentile, 4 anni; Giuseppe Gentile, 6 anni e 8 mesi; Raffaele Imperiale 15 anni e 8 mesi; Marco Liguori 10 anni e 4 mesi; Girolamo Luca, 7 anni; Raffaele Mauriello 4 anni e 4 mesi; Fortunato Murolo, 10 anni e 4 mesi; Marco Panetta, 12 anni; Antonio Puzella 8 anni e 4 mesi; Mario Simeoli 15 anni e 8 mesi; Daniele Ursini, 15 anni e 4 mesi 

Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Senese, Rocco Maria Spina, Claudio Davino, Luigi Poziello e Giacomo Pace.

IL PROCESSO

Tornando invece alla posizione di Raffaele Imperiale, nei mesi scorsi aveva fatto molto discutere la sua decisione di consegnare allo Stato italiano un’isola, a Dubai, dal valore stimato tra i 60 e i 70 milioni di euro. L’ennesimo tentativo, dopo decine di interrogatori resi agli inquirenti della Dda di Napoli, che non gli ha però impedito di impattare su una condanna di assoluta consistenza.

Dopo gli 1,8 milioni di euro in Bitcoin, il narcotrafficante Raffaele Imperiale ha ceduto alle autorità italiane un’isola di sua proprietà che si trova in un arcipelago di fronte a Dubai, negli Emirati Arabi. La notizia è stata resa nota oggi dal sostituto procuratore Maurizio De Marco nel processo che vede una ventina di imputati, tra cui anche il narcos originario di Castellammare di Stabia. Il pm ha anche consegnato al gup Miranda delle memorie contenti due manoscritti con il quale Imperiale notifica la sua decisione. La disponibilità a cedere un’isola rientra nell’atteggiamento collaborativo del Narcos assunto dopo gli arresti al fine di evitare una condanna più dura.

Il processo a Napoli

Appartenevano a Imperiale, arrestato a Dubai nel 2021 e oggi collaboratore di giustizia, anche due preziosissime due tele di Van Gogh, fatte ritrovare in una villa e anche queste consegnate ai magistrati italiani. Oggi, durante l’udienza in corso nell’aula 116 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, è stata sollevata dal collegio difensivo, un’eccezione riguardante l’utilizzabilità delle chat Encrochat e Sky ecc decodificate dalle autorità francesi e facenti parte del compendio accusatorio della DDA di Napoli.

Dopo avere sospeso l’udienza per considerare l’istanza, il giudice ha deciso di rigettare la richiesta di sospensione avanzata dagli avvocati che ritenevano invece opportuno attendere il pronunciamento delle sezioni unite della Suprema Corte di Cassazione circa l’utilizzabilità di quelle conversazioni.

Il tesoro di Imperiale in Bitcoin

Dopo essere stato consegnato dal contabile Corrado Genovese alle autorità italiane e sequestrato dal gip di Napoli è stato trasferito, nelle casse dello Stato, il “tesoretto” in bitcoin, del valore di 1,8 milioni di euro, riconducibile al narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale.

L’operazione finanziaria – a cui ha anche fatto riferimento il procuratore di Napoli Nicola Gratteri durante una intervista in tv – è stata realizzata attraverso una piattaforma di scambio internazionale di cripto-valuta e grazie al lavoro di una squadra di specialisti del GICO di Napoli e dello SCICO della Guardia di Finanza, a cui si sono affiancati un consulente nominato dal Tribunale e un istituto bancario italiano.

Il contabile e più stretto collaboratore di Imperiale era latitante dal 25 novembre del 2022: è stato arrestato lo scorso 13 marzo dal Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli insieme con lo Scico e la Squadra Mobile di Napoli al suo arrivo a Fiumicino dagli Emirati Arabi Uniti.

In quell’occasione consegnò i codici criptati attraverso i quali è stato possibile accedere a 2 milioni USDt, una moneta virtuale emessa dalla società Tether Ltd che replica il valore del dollaro USA. Dopo complesse operazioni durante diversi mesi, lo scorso 16 novembre, la somma, corrispondente a 1,8 milioni di euro è confluita nel Fondo Unico Giustizia (FUG).

Si trattava di denaro in gran parte costituito da un residuo di cassa dell’organizzazione di narcotrafficanti capeggiata da Imperiale (circa 1,7 milioni di USDt) mentre il residuo era il compenso spettato a Genovese il quale, per conto del narcotrafficante, provvedeva ai pagamenti della cocaina, alla gestione dei conti correnti e anche agli investimenti del denaro frutto del traffico di droga.

 

PUBBLICITÀ
Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma