Sono indicati come i protagonisti di una stagione di tensione e violenza nella zona delle Case Nuove nonchè di un tentativo di scissione interna ai Contini con la contrapposizione al boss Nicola Rullo (leggi qui l’articolo), tentativo culminato con il tentato omicidio del giovane Nicola Moffa. Nei giorni scorsi il gip del tribunale di Napoli ha inferto pesanti condanne ai Marigliano condannando il ras Giuseppe Marigliano 13 anni e quattro mesi. Non è andata meglio agli altri componenti del neogruppo come Antonio Sorrentino, condannato a 4 anni e otto mesi, 13 anni e quattro mesi per Gennaro Leone, stessa condanna per Jovalle Ortega mentre Angelo Esposito ha incassato tre anni e otto mesi. Agli atti dell’inchiesta oltre ad alcune immagini di videosorveglianza che immortalano Marigliano e Ortega prima e dopo l’agguato a Moffa ci sono anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Salvatore Maggio e Carmine Campanile, entrambi vicini ai Mazzarella prima di passare dalla parte dello Stato. Giuseppe Marigliano viene soprannominato “Cavallo pazzo” (figlio del ras Ciro e fratello di Ciro Junior, finito in manette qualche settimana fa per una vicenda non camorristica)mentre Moffa era già indagato invece in stato d’arresto per il tentato omicidio di Ciro Vecchione (vicenda non collegata alle stese e al ferimento delle Case Nuove).
L’agguato a Moffa
A fare fuoco, come dimostrano i diversi calibri dei proiettili, sono state 2 pistole. Ma il commando era composto da almeno 4 persone. L’agguato a Nico Moffa e al fratello come si è capito in seguito, fu probabilmente organizzato in fretta e furia. Non si spiegano diversamente alcune scelte dei presunti autori, Giuseppe Marigliano e Jenssi Ovalle Ortega infatti furono immortalati da alcune telecamere: l’orario, le 18, quando ancora non era buio, e l’assenza di caschi per coprire il volto. Così le immagini della videosorveglianza in via Capasso si rivelarono importanti per convogliare i sospetti sul 37enne e sul 24enne.
