L’Agcom ha pubblicato le nuove linee guida nel “provvedimento su modalità tecniche e di processo per l’accertamento della maggiore età degli utenti”. Per siti porno, d’azzardo e social servirà lo Spid per l’identificazione digitale, ma si attende solo il via libera della Commissione Europea.
Da sottolineare che con l’articolo 28 del Dsa – Digital Services Act – già in vigore richiede che tutti i fornitori di piattaforme online adottino: “Misure adeguate e proporzionate «per garantire un elevato livello di tutela della vita privata, di sicurezza e di protezione dei minori, anzitutto mediante l’attivazione dei meccanismi di verifica dell’età“.
I contenuti pornografici
Al quadro europeo si aggiungono i poteri specificamente assegnati all’Autorità dal Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi (TUSMA) a tutela dei minori, articoli 41 e 42, rispetto a contenuti che possano nuocere al loro sviluppo fisico, mentale o morale.
In tale contesto normativo, e in applicazione di quanto richiesto dal “Decreto Caivano”, al fine di garantire il requisito della riservatezza “rafforzata”, le specifiche dell’Autorità prevedono un sistema di verifica dell’età che utilizzi il modello del “doppio anonimato”, in cui non si deve consentire ai fornitori di prova della maggiore età di sapere per quale servizio viene eseguita la verifica dell’età, che due prove di maggiore età provengono dalla stessa fonte di prova dell’età, che un utente ha già utilizzato il sistema di verifica.
In funzione del requisito appena ricordato, il sistema proposto dall’Autorità prevede l’intervento, per la fornitura della prova della maggiore età, di soggetti terzi indipendenti certificati, attraverso un processo di verifica dell’età che prevede due passaggi logicamente separati: identificazione e autenticazione della persona identificata, per ciascuna sessione di utilizzo del servizio regolamentato (cioè, la fornitura di contenuti pornografici tramite sito o piattaforma web).

