Il fenomeno dei baby influencer e della pubblicità occulta sui social media sta per essere regolamentato con maggiore severità. Con la crescente preoccupazione per la protezione dei minori e la trasparenza commerciale, il Parlamento italiano sta lavorando a una legge bipartisan che potrebbe trasformare significativamente il panorama dell’influencer marketing.
Attualmente, il fenomeno dei baby influencer, e il cosiddetto “sharenting“, cioè la tendenza dei genitori a pubblicare materiale riguardante i figli minori, sono oggetto di un’intensa discussione normativa. Il fenomeno coinvolge non solo neonati e bambini, ma anche adolescenti, spingendo le istituzioni a trovare un equilibrio tra libertà individuali e protezione dei minori.
Baby influencer: nuove normative e regole
Tra settembre e ottobre, è previsto un primo via libera a una serie di disegni di legge che mirano a limitare gli abusi online. La proposta di legge, sostenuta dal Pd alla Camera e da Fratelli d’Italia al Senato, nota come legge “Madia-Mennuni“, introduce importanti cambiamenti. Le piattaforme social dovranno verificare l’età degli utenti e impedire l’accesso ai minori di 16 anni.
Inoltre, la diffusione di immagini e video di minori dovrà essere autorizzata da entrambi i genitori e dalla direzione provinciale del lavoro se i proventi superano i 12mila euro all’anno. I fondi accumulati dovranno essere gestiti su un conto corrente intestato al minore e non saranno immediatamente accessibili ai genitori, salvo casi di emergenza e previa autorizzazione giudiziaria.
Altre proposte di legge includono il diritto all’oblio per rimuovere immagini pubblicate quando il minore aveva meno di 14 anni e l’obbligo per le piattaforme di adottare codici di regolamentazione specifici per i contenuti dei minori. Inoltre, la proposta del Verde Angelo Bonelli richiede che le attività di sharenting e i baby influencer siano comunicate e autorizzate dall’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni).
Pubblicità occulta e tassazione
Un altro aspetto cruciale della nuova normativa riguarda la pubblicità occulta e i regali non tassati. L’attuale sistema, che vede le aziende utilizzare i “supplied” e “gifted” per promuovere prodotti senza una tassazione adeguata, sarà sottoposto a una revisione. Questo settore, che secondo stime può valere fino a 100 milioni di euro, vede una parte significativa di queste transazioni evadere la tassazione, complicando il controllo fiscale.
La legge prevede di equiparare gli influencer a veri e propri media audiovisivi, rendendo obbligatoria la dichiarazione e la tassazione dei compensi ricevuti in natura o sotto forma di ospitalità gratuita. L’Agcom sta anche lavorando a un codice di condotta che potrebbe includere la riduzione delle soglie di applicazione delle normative attuali.
Le reazioni alle nuove proposte di legge sono variegate. Le associazioni di influencer, come l’Aicdc, si oppongono all’equiparazione tra influencer e editori, mentre Assoinfluencer propone di abbassare la soglia di applicazione delle normative. Veronica Gentili, esperta di social media marketing, suggerisce di stabilire soglie di fatturato che obblighino alla tassazione forfettaria, con un codice Ateco ad hoc per i professionisti del settore.
Il cambiamento in arrivo mira a garantire maggiore trasparenza e protezione, rispondendo alle preoccupazioni sui diritti dei minori e le pratiche commerciali non dichiarate. Con queste riforme, il settore dell’influencer marketing e delle pubblicità sui social potrebbe subire una trasformazione significativa, mirando a una maggiore equità e a una regolamentazione più chiara.