A più di vent’anni dalla nascita dell’isola pedonale di via Scarlatti al Vomero, l’attenzione di cittadini e comitati civici si concentra ora sull’occupazione crescente degli spazi pubblici da parte di tavolini e sedie, spesso oltre i limiti consentiti. Se da un lato l’allestimento all’aperto è diventato un elemento caratterizzante della zona, specialmente dopo le riaperture post-Covid, dall’altro molti lamentano una gestione disordinata e talvolta fuori controllo del suolo pubblico.
La gestione del tavolino
Lungo la storica arteria vomerese, è ormai sempre più difficile camminare agevolmente. Marciapiedi spesso ristretti, sedute pubbliche eliminate o rese inaccessibili, e tavoli sistemati in modo caotico mettono a dura prova la vivibilità dell’area, soprattutto per anziani, persone con disabilità e famiglie con passeggini.
Il problema, però, non è solo la presenza dei tavolini, ma il modo in cui vengono gestiti. Alcuni esercizi rispettano le concessioni comunali, limitandosi allo spazio autorizzato e lasciando corridoi pedonali adeguati. In questo contesto i tavolini possono essere uno strumento efficace per favorire il turismo e rinnovare l’aspetto sociale del quartiere.
“Il tavolino favorisce il turismo e permette di far passare mezz’ora o un’ora in tranquillità. I tempi cambiano, in meglio o in peggio. Ma è un’evoluzione dei tempi e da un punto di vista commerciale uno si adopera per fare sempre il meglio della propria attività”, così commenta un commerciante.
Altri invece eccedono, approfittando della scarsa frequenza dei controlli. In certi casi si assiste a vere e proprie invasioni del suolo pubblico, con tavoli aggiunti arbitrariamente, strutture fisse mai rimosse e passaggi ostruiti.
Reazioni
Questo fenomeno, spesso definito “tavolino selvaggio“, danneggia non solo i cittadini, ma anche i commercianti corretti, che si trovano penalizzati da una concorrenza sleale e da una percezione negativa generalizzata. La mancanza di un progetto unitario per l’arredo urbano aggrava la situazione, contribuendo a una sensazione di disordine e improvvisazione che stride con il prestigio e la storia di via Scarlatti.
Serve quindi un intervento deciso da parte dell’amministrazione comunale: controlli più serrati, sanzioni puntuali per chi abusa, ma anche un confronto con gli esercenti per trovare un equilibrio tra l’esigenza di lavorare e il rispetto dello spazio pubblico. L’isola pedonale può tornare a essere un modello di vivibilità urbana, ma solo se regolata con buon senso, trasparenza e attenzione per tutti.