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giovedì, Marzo 28, 2024
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Bimba di 2 anni uccisa in un agguato in provincia di Napoli, il papà arrestato per droga

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 Veniva ordinata via telefono la droga, e consegnata per appuntamento anche davanti all’anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) da cui il gladiatore Spartaco guidò, nel 73 a.C., la rivolta contro Roma. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri del Nor di Santa Maria, che hanno notificato, tra Casertano e Napoletano, 21 misure cautelari (arresti in carcere e ai domiciliari) nei confronti di altrettante persone ritenute affiliate al gruppo criminale dei Del Gaudio. Contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere dedita all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish. I pusher durante le conversazioni usavano un linguaggio criptico per indicare la droga come auto, macchine, scarpe, tuta, telefoni, ed erano costretti ad acquistare la droga dai fratelli Ferdinando e Sonia Del Gaudio al prezzo che loro imponevano. Per la donna sono stati disposti i domiciliari in quanto madre di un minore. Carcere invece per Ferdinando.

Tra i 21 indagati dell’operazione della Dda che ha colpito il gruppo Del Gaudio di Santa Maria Capua Vetere -come riferisce Il Mattino – c’è anche Raffaele Terracciano, detto Lello, di Pollena Trocchia. Nel 2000 la figlia di due anni di Terracciano rimase uccisa nel corso di un agguato nel  negozio di fiori della famiglia.’è anche il 47enne Raffaele Terracciano, papà di Valentina Terracciano, la bimba di due anni uccisa nel 2000 a Pollena Trocchia (Napoli) nel corso di un agguato camorristico, tra i destinatari delle misure cautelari in carcere emesse dal Gip di Napoli a carico dell’associazione dedita allo spaccio di droga, attiva a Santa Maria Capua Vetere e gestita dalla famiglia criminale dei Del Gaudio.
Terracciano è finito in carcere perché ritenuto dagli inquirenti della Dda di Napoli uno dei fornitori dei fratelli Del Gaudio, Sonia e Ferdinando, entrambi arrestati dai carabinieri. Terracciano, attivo nella zona vesuviana, avrebbe rappresentato un punto di riferimento costante per l’approvvigionamento di grandi quantità di coca e hashish da parte dei fratelli Del Gaudio. La piccola Valentina rimase uccisa per errore mentre era nel negozio dello zio, vero bersaglio dei killer.

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L’inchiesta

Il provvedimento cautelare recepisce l’esito di articolata attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e condotta dalla Sezione Operativa del N.O.R. della suindicata Compagnia, dall’ottobre 2016 al luglio 2017, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, dichiarazioni rese dagli acquirenti e da uno degli indagati, nonché servizi di osservazione, perquisizioni, sequestri ed arresti in flagranza di reato, che ha consentito di:

–   contestare l’esistenza di un’organizzazione criminale riconducibile alla famiglia DEL GAUDIO (cd. Bellaggiò), operativa nel territorio di Santa Maria Capua Vetere, dedita  all’acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed hashish;

–   individuare, nell’ambito della citata famiglia, due sottogruppi riconducibili a due dei fratelli che, pur condividendo le vicende inerenti al reperimento della sostanza stupefacente da immettere sul locale mercato, provvedevano autonomamente a collocare lo stupefacente presso i diversi spacciatori;

–   appurare che i pusher, vincolati all’acquisto della droga da spacciare dal gruppo dei DEL GAUDIO ed al prezzo dagli stessi imposto, provvedevano poi a distribuirla ai propri clienti attraverso il sistema del lavoro “a privato”, cedendo le singole dosi di stupefacenti a favore di clienti consumatori, dietro ordinazioni a mezzo telefono;

–   rilevare che la consegna degli stupefacenti, previa acquisizione del prezzo pattuito, avveniva in luoghi concordati del comune sammaritano (es. all’esterno dell’anfiteatro campano, nonché di noti Bar) e dei paesi limitrofi;

–   riscontrare come uno dei partecipi, uomo di fiducia del capo-promotore, si occupasse anche di recuperare le somme inerenti alla cessione dello stupefacente dai singoli pusher;

–   trarre in arresto in flagranza di reato 4 persone e sottoporre a sequestro diversi quantitativi di sostanze stupefacenti.

I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale, decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “auto”, “macchine”, “scarpe”, “tuta”, “telefoni), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.

Il G.I.P, condividendo l’impianto accusatorio avanzato dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, sia in relazione ai gravi indizi di colpevolezza, sia alle esigenze cautelari, ha disposto per gli indagati la misura della custodia cautelare in carcere e quella degli arresti domiciliari.

          Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, sono stati sottoposti a sequestro preventivo ai fini di confisca – ex artt. 321 cpv c.p.p. in relazione agli artt. 240 bis c.p. e 74 e 73 D.P.R. 309/90 – beni riconducibili a dieci degli indagati (conti correnti, conti deposito, contratti assicurativi ed un’autovettura).

 

QUESTE LE PERSONE TRATTE IN ARRESTO:

 

     Custodia cautelare in carcere:

  1. DEL GAUDIO Ferdinandocl’71;
  2. PALOMBI Mauriziocl’69;
  3. RESTELLI Pliniocl’85;
  4. CIPULLO Raffaelecl’94;
  5. MERONE Costantinocl’76;
  6. TERRACCIANO Raffaele, cl’72;
  7. CIANO Gabrielecl’80;
  8. D’ALTERIO Aniellocl’74;
  9. DE GENNARO Biagio, cl’67;
  10. DI MONACO Giovanbattistacl’80;
  11. CORTESE Giuseppecl’90;

 

     Arresti domiciliari:

  1. DEL GAUDIO Soniacl’73;
  2. GRAVANTE Gerardocl’72;
  3. CAVALLI Maria Antoniacl’52;
  4. ROSSETTA Rosario, cl’83;
  5. GABRIELE Michelecl’87;
  6. PAPALE Vincenzocl’87;
  7. FISCHETTI Carminecl’76;
  8. MAIORIELLO Massimocl’88;
  9. CATALDO Donatocl’74;
  10. BUONPANE Oreste, cl’88.
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