È stata emessa ieri, dal GIP del Tribunale di Napoli Dott. Giovanni De Angelis, la sentenza di condanna nei confronti del gruppo Orlando coinvolto nell’inchiesta sul traffico di droga tra Roma e Marano. Secondo la Procura farebbero parte di un gruppo che, guidato da Antonio Gala, secondo i magistrati, avrebbe stretto negli anni un’alleanza con gli Orlando, in particolare con Armando Lubrano e Celestino De Fenza. Un accordo per la droga svelato anche grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Teodoro Giannuzzi. La droga, a Roma, arrivava grazie ai canali messi in piedi da Gala. Attraverso una serie di intercettazioni relative agli indagati i magistrati sono venuti a conoscenza anche dell’esistenza di un canale boliviano attraverso cui arrivava la cocaina.
Le condanne
Gala Antonio condannato a 18 anni rispetto ai 20 chiesto dal Pm; 11 anni e 4 mesi per Giacomo Gala (richiesta 16 anni); dieci anni a Paolo Gala rispetto ai 16 anni richiesti dal Pm; Giannuzzi Teodoro condannato a 4 anni, 5 mesi 10 giorni 10 (richiesta pm anni 6 mesi 8); Moccia Ciro condannato a 9 anni, 4 mesi (richiesta pm anni 12); Lleshaj Shkelqim condannato a 8 anni, 3 mesi 3 e 26 giorni (richiesta pm anni 9).
Il collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Senese, Dario Carmine Procentese, Luigi Poziello
Il legame col gruppo Gala
All’interno del clan Orlando c’era un altro gruppo che, secondo i magistrati, fa riferimento ai Gala. In particolare nell’ordinanza di parla di Antonio Gala, nipote di Giuseppe Gala, detto “peppe show man”,” fin dagli anni ’90 elemento di primo piano del clan Nuvoletta prima e dei Polverino poi; egli, unitamente ai fratelli Giovanni e Ciro, costituiva un’autonoma struttura criminale, inclusa nelle predette organizzazioni”. Il pentito Massimo Tipaldi ha parlato così dei Gala: “Il gruppo Gala è una delle strutture operative dei Nuvoletta-Polverino. Con i Gala ci occupavamo in particolare del traffico di sostanze stupefacenti o portare in occasione delle festività natalizie dei panettoni ai negozianti di Marano e dintorni. Questi oltre a consegnarvi il prezzo del panettone ci davano un’altra somma di denaro che noi chiedevamo per conto dei maranesi e per le esigenze anche dei detenuti. Ad esempio se il panettone costava 50.000 ogni negoziante doveva consegnarci la somma di 100.000 lire. I panettoni venivano consegnati a Gala”.