Gli avvocati Maurizio Albachiara e Lorenzo Latella si rivolgono alle forze parlamentari per portare la voce di chi, a distanza di 40 anni, si vede continuamente rigettata la richiesta di risarcimento per le trasfusioni sbagliate da sangue infetto. Questo accade perché la legge 210/92 impone la richiesta di risarcimento entro i tre anni dall’accaduto. Albachiara e Latella chiedono l’eliminazione del termine perentorio. Nel 1992, il legislatore italiano, ha istituito un indennizzo in favore di coloro che sono stati danneggiati da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati.
Nessun indennizzo a causa del ritardo della domanda
Emblematici i casi della signora C.C. di Casavatore che ha fatto richiesta nel 2014 quando la positività all’epatite era stata riscontrata nel 2004, così come la signora M.M. di Castelvolturno, con trasfusione di sangue infetto nel 1995 e richiesta nel 2015: nessuna delle due ha ottenuto indennizzo per il superamento del termine perentorio in cui presentare domanda.
“Risarcimento sangue infetto: eliminare il termine triennale”
“Il testo – spiega l’avvocato Albachiara – crea enormi disuguaglianze, e va’ cambiato. Tutti coloro che sono stati colpiti dal virus dell’epatite, devono poter percepire il risarcimento dovuto. Ѐ necessario agire subito con responsabilità, per non disattendere le speranze di tanti danneggiati ingiustamente esclusi”.