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“Tutto ‘o munno è Scampia”: il singolo d’esordio dell’artista ercolanese, Alfonso Giorno

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di Domenico Colantuono

Una canzone forte, fatta di denuncia e anche tanta verità, è il singolo d’esordio di Alfonso Giorno giovane cantante e attore ercolanese. Una voce calda ma allo stesso tempo potente e versatile capace di spaziare dal pop al classico napoletano passando per le laude religiose fino ai musical.

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Una lunga gavetta iniziata in tenerissima età e portata avanti con tanta tenacia e caparbietà partendo dal coro della scuola fino ad arrivare a lavorare con artisti importanti del panorama partenopeo come Franco Ricciardi e Gigi Finizio tra gli altri.

Il prossimo 11 marzo sarà disponibile su tutte le piattaforme il suo primo singolo “Tutto ‘o munno è Scampia”, un brano forte in cui il tema centrale sono le condizioni difficili in cui versano le periferie del mondo e soprattutto di come tutto ciò faccia notizia più delle cose positive che anche lì possono accadere.

Lo fa partendo da quella che, suo malgrado, agli occhi di tanti è diventata l’esempio più lampante, quella Scampia resa tristemente celebre negli ultimi anni ma di cui ne è pieno il mondo. Un tema molto caro al giovane artista ercolanese che riguarda un po’ anche se stesso essendo cresciuto in un quartiere difficile della città degli scavi del quale però lui è un esempio di come si possa, attraverso la cultura, prendere la strada giusta.

Di genere underground con contaminazioni etniche, il brano, con testo di Mariano Alfano (autore attivo sin dagli anni ‘70 nel panorama della musica partenopea che vanta anche quattro album oltre a collaborazioni con artisti come Nino D’Angelo) e prodotto da “Il dito nell’occhio”, è un crescendo di ritmo con arrangiamenti potenti (Atollo Records) che esplodono nel ritornello:

“Tutto ‘o munno è Scampia, tutt’e muorte so’ figli a Dio…”.

La canzone si apre con un ritmo sempre più incalzante in cui si sottolineano alcuni degli stereotipi che molto spesso accompagnano chi vive in quartieri difficili: “Se dice, che dice, ca simme felici che verbi e camorra e ‘sta vita ce piace…/…gente violenta ca parla e pallone e nun sape cchiù niente…”.

Prosegue poi evidenziando come molto spesso i media parlino di certe città solo per amplificare fatti di cronaca che accadono ovunque: “e ‘a stampa che pompa e ‘nu colpo diventa ‘na bomba…”.

Raggiungendo il picco della sua potenza musicale nel ritornello:

“Tutto ‘o munno è Scampia

tutt’e muorte so’ figli a Dio

rosse ‘e sanghe e città

isso spara a te tu spara a chi

bella e brutta Scampia

e nisciuno s’ha vo’ abbraccià

‘nu killer è ‘a bucia

pe’ ‘na vota spara ‘a verità…”

Il testo si conclude parlando del mondo social e di come spesso ci si precipiti a pubblicare tragedie a cui ci troviamo ad assistere: “ si pubbliche ‘o male miliune e “mi piace”” ma quando poi c’è da aiutare concretamente chi vive il dramma nessuno fa il primo passo: “ma ‘e da’ quattro strilli nisciuno è capace…”.

Un singolo d’esordio coraggioso per Alfonso Giorno che entra “a gamba tesa” dentro il panorama artistico partenopeo con una canzone d’impatto, provando ad imporsi attraverso un testo che fa riflettere su argomenti che restano attuali da tanto, troppo, tempo.

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Redazione Internapoli
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