Gli investigatori si sono trovati davanti una scena del crimine nitida, ma non ancora del tutto spiegata. La morte di Noemi Riccardi, 23 anni, avvenuta nel suo appartamento di San Paolo Belsito, è un caso che si regge su elementi precisi: una confessione immediata, un’arma trovata in casa, una dinamica violenta e una videochiamata che ha sconvolto perfino gli inquirenti.
Il fratello Vincenzo, 25 anni, ha chiamato il 112 alle 15.15, confessando l’omicidio. I carabinieri lo hanno trovato nell’appartamento, accanto al corpo della sorella, senza tentativi di fuga. L’arma, un coltello da cucina con tracce di sangue, è stata sequestrata. Sul corpo della giovane sarebbero presenti sei o sette colpi, segno di un attacco ravvicinato.
Un elemento chiave è la videochiamata alla madre, fatta subito dopo il delitto. Gli inquirenti stanno analizzando i dispositivi elettronici per acquisire ogni dettaglio utile.
Il PM di turno della Procura di Nola ha disposto il sequestro dell’appartamento e sta coordinando gli accertamenti della Scientifica: rilievi, impronte, tracciamento delle comunicazioni. Saranno fondamentali anche le testimonianze dei vicini, che descrivono un clima familiare teso e riferiscono precedenti episodi di violenza.
Gli investigatori stanno valutando la posizione psichiatrica del giovane, noto al Centro di salute mentale insieme alla sorella. Una consulenza tecnica stabilirà se fosse capace di intendere e di volere.
Le prossime ore saranno cruciali per ricostruire definitivamente la dinamica, il movente e lo stato psicologico dell’indagato, che rimane sotto interrogatorio in attesa dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Coltellate, confessione e videochiamata: tutti i punti chiave dell’indagine sull’omicidio Riccardi


