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martedì, Maggio 7, 2024
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“Uè fraté 1 euro a piacere“, Immobile offeso perché napoletano. El Paìs: “Città odiata da tutti”

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Vergognoso striscione contro Ciro Immobile apparso sugli spalti dello Stadio Olimpico durante il derby della Capitale tra Roma e Lazio. “Uè fraté 1 euro a piacere“ recita l’enorme banda verticale. Raffigurata poi l’immaggine dell’attaccante nativo di Torre Annunziata con una serie di oggetti in mano e il logo del Napoli di fianco. Appare evidente che, purtroppo, ci troviamo di fronte all’ennesima discriminazione territoriale nei confronti della nostra città.

Solo una settimana fa eravamo costretti a scrivere dello striscione apparso fuori al Bentegodi prima della partita tra Verona e Napoli a firma degli ultras scaligeri. In quel caso vennero raffigurate le bandiere di Russia e Ucraina vicino le coordinate di Napoli. Un chiaro – e becero – riferimento alla guerra scoppiata in Europa lo scorso 24 febbraio.

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El País: “In Italia l’odio per Napoli è un rumore di fondo, non c’è niente di simile all’estero”

“Un napoletano gioca in casa solo quando è a Napoli. E a volte nemmeno lì, c’è uno juventino in ogni angolo“, lo scrive su El País Daniel Verdù. Il noto giornalista spagnolo, nella sua rubrica dedicata al calcio italiano, analizza il clima che gli azzurri – e i suoi tifosi – sono costretti a subire ogni trasferta di campionato.

“In Italia c’è un club che gioca un derby quasi ogni fine settimana. Una squadra che praticamente tutti gli altri odiano e i cui tifosi ogni domenica subiscono insulti razzisti”, si legge, e ancora: “Ogni weekend i peggiori cori nei confronti dei tifosi napoletani. Il più ricorrente è quello ‘Vesuvio, lavali col fuoco’. È la vecchia idea razzista e nordica che i napoletani sono sporchi, che gridano, che non sanno come comportarsi. È il canto che usava anche Salvini quando il suo partito chiedeva l’indipendenza del Nord Italia e non aveva bisogno dei voti del Sud per alimentare le sue buffonate politiche“.

Su El Paìs si legge ancora: “Non c’è niente di simile negli altri campionati. Ed è un sentimento diffuso anche al di fuori del calcio. Da Nord a Sud. Perché i partenopei hanno i loro guai anche con i siciliani o con i calabresi. Ecco perché la città è un’isola favolosa e indecifrabile all’interno del paese. Ed è per questo che molti li trattano come in Spagna abbiamo maltrattato gli zingari per anni. Come un corpo estraneo”.

Daniel Verdù cita “Totò, Eduardo de Filippo, Caruso, Benedetto Croce, Starnone… o Bud Spencer”. Secondo lui i tifosi delle squadre avversarie si innervosiscono perché i napoletani “fanno rumore. Hanno imparato a prendere in giro la bile e il cattivo vivere. E sono ovunque”. “Se arrivi in ​​Italia copriti bene le orecchie. È un rumore assordante e alquanto fastidioso. Ma il Napoli ha trasformato gli insulti razzisti nel motore per aspirare nuovamente allo Scudetto“, conclude.

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