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giovedì, Aprile 25, 2024
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«Ha fatto solo una ragazzata». Ugo ucciso a 15 anni, la rabbia del padre

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Mio figlio era un ragazzo solare, seconde me non voleva fare veramente una rapina ma era una ragazzata. Il carabiniere ha sbagliato e deve pagare“. Sono le parole di Vincenzo Russo rilasciate a ‘Il Corriere della Sera’, il papà di Ugo Russo morto all’ospedale Vecchio Pellegrini, dove era arrivato in condizioni disperate. Il 15enne (avrebbe compiuto 16 anni ad aprile) è stato ferito mortalmente da due colpi d’arma da fuoco esplosi da un carabiniere fuori servizio per, è questa la principale ipotesi investigativa, sventare un tentativo di rapina ai suoi danni.

«È stata una ragazzata»

L’idea che mi sono fatto io? Questo ragazzo di 23 anni deve aver perso la testa. Non voglio dire che mio figlio era la vittima e il carabiniere il carnefice, ma perché quando si è girato, dopo che lo avevi sparato in petto, l’hai colpito anche alla testa? -è questa la domanda che si pone Vincenzo Russo ai microfoni del Corriere, che poi continua- Se ha sparato per reagire, dove colpire a caso, invece l’ha sparato a bruciapelo scaraventandolo a 5 metri di distanza. Lo vuoi solo fermare? Sparagli dove non lo uccidi e poi lo fai arrestare

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Era un ragazzo pieno di vita, solare. Aveva fatto già diversi lavori -continua il papà di Ugo-, aveva il progetto di diventare pizzaiolo. Per me è stata una ragazzata, non era un professionista. E’ stato sparato in petto e dietro la testa, siamo distrutti. Chi sbaglia paga, anche se ha la divisa“.

Ugo Russo, dediche degli amici sui social: “Vienici a trovare in sogno”

Giulia, un’amica di Ugo Russo, fa leva sul comportamento del militare. «Non si può morire a 15 anni, non si può morire perché si è sparati da un carabiniere libero dal servizio, non si può morire pur essendo magari la persona più cattiva del mondo. Il carabiniere poteva semplicemente esplodere due colpi in cielo e i ragazzi fuggivano dalla paura». Per la famiglia e gli amici, la reazione del carabiniere è stata spropositata davanti a un ragazzino che avrebbe puntato una pistola giocattolo per rubare un orologio.

«Poteva portarli in Questura – continua – Non so quanti altri modi ci sarebbero potuti essere: tutti, tutti, tranne uccidere un adolescente che doveva ancora vivere e capire il dono della vita». E poi ancora su Instagram: «Ti ricorderò com’eri; un ragazzino, umile, con una forte emotività. Ti ricorderò sempre vicino a tuo cugino, spensierato, giocherellone. Non ci sono parole, non ho modo di descrivere il mio stato d’animo, hai stravolto una visione, hai procurato un taglio in più sul viso dei tuoi compagni, dei tuoi fratelli. Sei e rimarrai un vero compagno, un confidente e un amico. Fai buon viaggio, vienici a trovare in sogno, qui ti aspettiamo. Si stat e riman o cumpagn mij». 

 

Per seguire l’intera vicenda, clicca qui

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