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“Vado avanti, sulla Campania non decide Roma”, De Luca risponde a Meloni sul terzo mandato

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Nella giornata di ieri, giovedì 9 gennaio 2025, il Governo ha deciso di impugnare la legge regionale della Regione Campania, approvata lo scorso 11 novembre, che dovrebbe permettere, in teoria, a Vincenzo De Luca di ricandidarsi per il terzo mandato.

La decisione del Governo di impugnare la legge davanti la Corte Costituzionale è arrivata all’ultimo giorno utile: il termine massimo per impugnare una norma ammonta infatti a 60 giorni. Questa procedura di impugnazione, prevista dall’articolo 127 della Costituzione, consente al governo di sollevare la questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte se ritiene che una legge regionale vada oltre le competenze regionali. Può chiedere quindi formalmente ai giudici che vigilano sul rispetto della Costituzione se quella norma non rientri nelle competenze della regione che l’ha approvata.

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Il Governo impugnerà la legge sul terzo mandato di De Luca in Campania, l’escamotage del governatore per “aggirare” la legge nazionale

Il “trucco” escogitato da De Luca per tentare la terza elezione nella primavera del 2025, nonostante il no del suo partito di provenienza, ossia il Pd, è quello di far valere il calcolo dal mandato in corso e non dalla prima elezione del 2015: “Il computo di due mandati consecutivi decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”, recita la legge regionale approvata il 5 novembre scorso. Legge alla quale in via diretta si può opporre solo il governo entro 60 giorni, appunto. Ma se è vero che quella elettorale è materia concorrente tra Stato e Regioni, la disposizione contenuta nella legge nazionale del 2004 è così precisa – è l’argomento del governo per l’impugnazione – da essere autoapplicativa, senza cioè bisogno di essere recepita.

“Nel Consiglio dei ministri di oggi impugneremo la legge regionale della Campania sul terzo mandato”. Ad annunciarlo, nella giornata di ieri, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa di inizio anno. Gli uffici di Palazzo Chigi “hanno fatto una ricognizione e approfondimenti per capire, in base all’articolo 122 della Costituzione, se la questione sia di competenza dello Stato nazionale o sia nella facoltà delle Regioni di autodeterminarsi – ha dichiarato la premier –. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi la materia è di competenza dello Stato”.

La situazione interessa anche Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia-Giulia

Se i termini giuridici della questione sono chiari, meno lo sono i termini politici, visto il forte pressing leghista per il via libera al terzo mandato di Zaia. Perché uno stop della Corte a De Luca sarebbe naturalmente uno stop per tutti i governatori che aspirano al terzo mandato, anche se il governatore veneto confida sul fatto che i giudici costituzionali potrebbero ribaltare la questione riportando la competenza su questo tema in capo alle regioni. La premier, in questi giorni assorbita dai casi internazionali, ha intanto interesse a mettere un punto a una questione che si trascina da troppo tempo e a liberare così la casella del Veneto e delle altre regioni del Nord (Friuli, ma anche Lombardia) per ridisegnare la mappa del potere settentrionale in favore di Fratelli d’Italia.

Da parte sua Zaia ha sicuramente interesse a rinviare le elezioni al 2026, così come già deciso dal Viminale per i sindaci in scadenza tra il 2025 e il 2026, per poter presiedere alle olimpiadi invernali. E uno slittamento al 2026 potrebbe essere una compensazione anche per De Luca. Ma al momento anche questa soluzione, su cui sembrava esserci accordo in Conferenza delle Regioni, sembra sbarrata: “Non capisco su quali basi giuridiche…”, ha detto il ministro meloniano per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Che ha subito aggiunto, a scanso di equivoci: “Tocca a noi di Fratelli d’Italia scegliere il candidato in Veneto”.

L’ulteriore mossa di De Luca: dimettersi per poi tentare la rielezione

Dall’entourage di De Luca era trapelata nei giorni scorsi l’ipotesi di sue dimissioni immediate in modo da tentare la rielezione, sia pure sub iudice, prima della pronuncia della Corte. Ma sarebbe una scelta altamente rischiosa, ai limiti dell’azzardo, dal momento che i giudici costituzionali potrebbero optare per la sospensiva in base alla legge 87 del 1953 sul funzionamento della Corte: l’efficacia della disposizione impugnata può essere infatti sospesa “per evitare irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico o ai diritti dei cittadini”, si pensi agli altri candidati presidenti in campo e al fatto che le elezioni potrebbero doversi ripetere a stretto giro.

La risposta-show di De Luca in conferenza stampa: “Meloni ha paura di me, sulla Campania non decide Roma”

E, nella conferenza stampa in programma stamattina, alle 10:30 presso palazzo Santa Lucia, il Governatore ha tenuto il suo solito show in presenza dei numerosi giornalisti.

“La decisione del governo è “contra personam”, esordisce il governatore in conferenza stampa De Luca. “Io vado avanti, non cambia niente. Ha ancora senso la scritta che troviamo nei tribunali, ‘La legge è uguale per tutti?’ Nel nostro caso la legge non è uguale per tutti. Questo principio costituzionale è stato calpestato. Hanno forse paura di De Luca, degli elettori, non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati. Stanno parlando i nemici della Campania o comunque gente che prova indifferenza per il destino di questo territorio”.

De Luca poi prosegue, in quella che di fatto appare ufficialmente come una vera e propria propaganda elettorale: “Vado avanti, andremo avanti con una battaglia di libertà e civiltà. Pensano di decidere a Roma le candidature? Gente che non ha nemmeno il voto delle madri. Non sanno nemmeno come ci si arriva a Napoli da Roma, non sanno nemmeno che c’è l’alta velocità. Rischio di concentrazione di potere? Questo è solo sacrificio e scelta di vita. Faremo appello ai nostri concittadini ai quali chiederemo di essere protagonisti del nostro futuro”.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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