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venerdì, Aprile 19, 2024
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Lite social tra Valentina Nappi e Vittorio Sgarbi, tutta colpa dell’esibizione al museo a Casoria

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Botta e risposta tra Valentina Nappi e Vittorio Sgarbi. Dopo l’esibizione al Cam che ha destato molte polemiche, la pornostar ha scritto un post: “Antefatti: il giorno della mia performance olfattiva al museo CAM di Casoria vengo a sapere dell’intervista che Vittorio Sgarbi avrebbe rilasciato sull’evento; so che Sgarbi parlerà bene di me e della mia performance e che è disposto a dimenticare gli screzi passati (“la Nappi mi odia ma possiamo riconciliarci”);

Nell’intervista mi definisce una buona pornostar e l’evento – che ho ideato io e non il direttore del museo – viene elogiato. In seguito rilascio un’intervista a MOW dichiarando che Sgarbi è come un orologio rotto che può accidentalmente segnare l’ora esatta, evidenziando i suoi limiti come critico d’arte. A quel punto il povero Sgarbi, ferito nell’orgoglio, ritratta il ritrattabile e prova a contrattaccare, senza molta lucidità e dichiarando sciocchezze palesemente controfattuali, ad esempio che Vittoria Risi sarebbe molto più conosciuta di me (basta aprire Instagram e notare la differenza di diversi ordini di grandezza che corre tra 4,2 milioni di seguaci e 16 mila, o aprire un qualsiasi portale di settore e notare la differenza tra visualizzazioni dell’ordine dei miliardi vs. poche centinaia di migliaia). Benché la reazione banale di Sgarbi e la sua disonestà intellettuale — umana, troppo miseramente umana — non meritino commenti, reputo doveroso chiarire un paio di punti (evidentemente non chiari a molti lettori e giornalisti) circa il mio posizionamento rispetto a Marina Abramović e il rapporto fra arte e matematica”.

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A queste parole ha risposto ieri Vittorio Sgarbi: “Io non sono mai stato messo alle strette da nessuno, e rispondo serenamente a una sconosciuta pornostar che esprime pensieri e polemiche, nel disperato tentativo di farsi conoscere, salendo su una cattedra che si è data da sola. A quello che mostra di sé, ragiona con i piedi. Che porge ad annusare a masochisti che approfittano del suo desiderio di non essere una persona ma un oggetto. Io non ho mai definito la Nappi una pornostar. Non ne ha i requisiti.

Ho solo lodato l’iniziativa del direttore del Cam, Manfredi, per far parlare del suo museo. Apprendo ora che la Nappi si attribuisce l’idea; e, se è così, dimostrando che ,alla vana ricerca di un museo da profanare, si è accontentata del non museo di Manfredi a Casoria. Un palcoscenico adatto alla sua dimensione. Altro non ne avrà.

Nel suo conformismo, misura il suo merito non sulla realtà ma sui dati dei social. Non potendo misurarsi, lei piccola e brutta, con Vittoria Risi, si nasconde dietro i “portali di settore”. Non le interessa la vita, ma le visualizzazioni. Naturalmente annaspa, nel tentativo di distinguere la sua inconsistente e pedestre proposta dal manifesto estetico e politico della Abramovich.

Dalla sua cattedra sull’anello del cesso e dai suoi titoli in fellatio ci spiega cos’è il Rinascimento, mostrando una cupa ignoranza. Il Rinascimento non è “essenzialmente platonico”, è “anche” platonico. Come fanno gli ignoranti, si riempie la bocca di nomi. Ha bisogno di citare Kantor e Leibniz, mai letti. Provi a parlare come fa i pompini. E dica al suo ghostwriter che, diversamente da lei, che nessuno conosce e non conosce nessuno, io ho frequentato Borges e ne sono stato amico. Borges si sarebbe compiaciuto di essere cieco per non vederla”.

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