Per Salvatore Petriccione e Vincenzo Grimaldi resta in piedi solo l’accusa di traffico di droga con l’aggravante camorristica. E’ questa la decisione presa dal tribunale del Riesame per i due ras della Vanella Grassi indicati come fondatore e capo del sottogruppo di San Pietro a Patierno. La decisione è stata presa dopo l’istanza presentata dal legale di Petriccione e Grimaldi, l’avvocato Domenico Dello Iacono. Il legale ha spiegato che contestare contemporaneamente l’associazione di tipo mafioso e l’articolo 7 della legge Falcone (aver agevolato un’associazione di tipo mafioso) significava ripetersi. E così per i due ras resta in piedi soltanto l’accusa di traffico di droga con l’aggravante camorristica.
La ‘nuova Vanella Grassi’
Un gruppo, tre anime. E’ questa la ‘fotografia’ della Vanella Grassi come è andata delineandosi negli ultimi anni. Un’idra a tre teste analizzata due anni fa da Internapoli che aveva anticipato quale fosse il ‘nuovo volto’ del clan che da braccio militare del clan Di Lauro è divenuto prima ‘costola’ degli Scissionisti prima di fare il ‘grande salto’ e divenire gruppo autonomo. Nell’articolo del 2018 veniva chiarita questa divisione della Vanella in tre ‘anime’, espressione dei tre maggiori quartieri dell’area nord, Secondigliano, Scampia e San Pietro a Patierno.
Il primo gruppo della Vanella Grassi è quello dei Grimaldi, operativi sull’area di San Pietro a Patierno e del rione Berlingieri. Si tratta degli eredi di Carmine Grimaldi ‘Bombolone’ , gruppo capeggiato dal figlio di quest’ultimo, il 32enne Vincenzo. Il secondo gruppo è quello degli Angrisano, insediati nella zona di Scampia e del Lotto G e Lotto P. Si tratta del gruppo capeggiato dal baby ras Alessio. Ad esso si riconnettono alcuni soggetti ancora attivi nell’area di Secondigliano e costituenti un terzo blocco e facente riferimento proprio a Salvatore Petriccione, il fondatore del gruppo e Vincenzo Spera ‘o nir.
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