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venerdì, Aprile 19, 2024
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Una scissione nella scissione, l’omicidio di Carmine Grimaldi ‘Bombolone’: l’affronto dei Sacco-Bocchetti ai Licciardi

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Mentre la guerra tra i Di Lauro e gli Scissionisti è (momentaneamente) sopita a Secondigliano succedono altri avvenimenti che avranno grande importanza per il futuro prossimo venturo del quartiere. Tra questi c’è da annoverare sicuramente l’omicidio di Carmine Grimaldi ‘Bombolone’, parente degli stessi Grimaldi che attualmente comandano la Vanella Grassi. Era il 17 luglio 2007. A spiegare i retroscena di quel delitto e soprattutto chi si avvantaggiò da quel delitto fu il pentito del clan Abbinante Giovanni Piana: «“Bombolone” fu ucciso perché non era passato dalla parte dei CesaranoSacco-Bocchetti-Feldi. Lui era il referente a San Pietro a Paterno per i Licciardi nello spaccio di droga. Almeno, era questo che si diceva tra noi».

L’omicidio di Carmine Grimaldi per il collaboratore di giustizia sarebbe stato dunque provocato dalla decisione del ras della droga di restare fedele ai Licciardi nonostante la sua
“piazza” si trovasse in un territorio controllato dal gruppo scissosi dalla Masseria Cardone: i Sacco-Bocchetti-Cesarano-Feldi. «Confermo quanto da me dichiarato nel verbale di interrogatorio del 04.03.2008 in merito ad una scissione interna al clan Licciardi compiuta dai Sacco/Bocchetti. Di ciò ne ho parlato sia con Vincenzo Sacco e con i suoi figli, sia all’interno del mio stesso clan perché commentavamo che saremmo rimasti a guardare, senza intervenire, cosìcome i Licciardi avevano fatto durante la faida di Scampia. Sempre in questi commenti, sia tra noi, sia con i Sacco ho tratto l’informazione che tra gli scissionisti vi erano anche Cesarano Giovanni e i Feldi detti “Tufano”, che avevano fatto un solo gruppo con Sacco/Bocchetti».
Poi ancora ha continuato nel suo Nell’ambito di questa scissione è maturato l’omicidio di “Bombolone” di San Pietro a Patierno che faceva in quel territorio droga all’ingrosso per i Licciardi – insieme a suo fratello – ed in particolare era molto forte nello smercio dell’hashish di cui si riforniva a Marano, dove l’ho incontrato diverse volte». Ad avere grossi vantaggi da quel delitto, secondo Piana, furono dunque i Sacco-Bocchetti e in special modo Francesco Feldi ‘o tufan che diventerà da quel momento ras indiscusso del Berlingieri. Un nome che ritornerà quando scoppierà la seconda faida.

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