Mario Volpicelli doveva morire. Non perché avesse a che fare con le logiche della malavita. La sua colpa ce l’aveva nel sangue. La sua colpa era quella di essere il fratello dell’uomo che aveva ucciso Antonio Minichini, fratello di Michele, uno dei sette destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dagli uomini della squadra mobile (guidata da Giovanni Leuci e coordinati sul campo dal vice questore aggiunto Giuseppe Sasso) ieri mattina per gli esponenti del clan De Luca Bossa-Minichini-Schisa. Le indagini della Squadra mobile di Napoli e del commissariato di Ponticelli, fondate anche sulle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di documentare come gli omicidi siano maturati nell’ambito di una forte contrapposizione venutasi a creare tra il clan Schisa-Minichini e i loro ex alleati del clan Sarno quando questi sono passati dalla parte dello Stato. Tra i primi a parlare di quel delitto c’è Tommaso Schisa ex rampollo della mala di Napoli est:”Era libero. Voluto ed organizzato da Minichini Michele perché Volpicelli Gennaro aveva ucciso suo fratello. A noi interessava l’omicidio perché era parente dei Sarno che avevano fatto prendere l’ergastolo a mio padre. Esecutori materiali Minichini e Tortellino ovvero Ceglie Giulio che guidava
un SH 300 sul quale portava Minichini. Vincenza Maione svolse il ruolo di filatrice.
Andò dove lui lavorava e dal luogo di lavoro per tornare a casa doveva passare in un luogo isolato, sopra al
Rione De Gasperi dove poi è stato effettivamente ucciso.
Io ero libero, avevamo già provato io e Minichini Michele ad ucciderlo. Lo aspettavamo dopo il lavoro
dove doveva passare ma si fece tardi e lo avevo la ritirata per l’obbligo di firma.
Avevamo una 357 quella utilizzala poi per l’omicidio Cepparulo e di Giovanni Sarno.
In quella occasione ei eravamo organizzati con una Punto rossa
Stavamo sopra da mamma mentre Maione ci avvisava quando lui usciva dal negozio.
Ci avvisava con lo squillo del telefono.
L’omicidio c’è stato poi dopo 15/20 giorni
Non ero presente perché ero al paese. Ne parlai con Michele Minichini che mi disse che si era accanito contro Volpicelli Mario e non
aveva sparato come le altre volte un solo colpo ma più colpi. Poi me lo racconto anche Giulio Ceglie che disse che Volpicelli aveva cercato di scappare e aveva fatto due voli da terra.
La mamma di Michele Minichini ha spinto Michele a commettere l’omicidio di Volpicelli in quanto
diceva a Michele che stavano commettendo tanti omicidi per Rinaldi Ciro e doveva commettere anche un
omicidio per loro, quale vendetta”