Una folla commossa di parenti e amici ha dato quest’oggi l’ultimo saluto nella chiesa di San Gioacchino a Bacoli al 21enne Giovanni Marchionni, morto lo scorso 8 agosto su un’imbarcazione a Marina di Portisco, in provincia di Olbia, in Sardegna. Poca voglia come è comprensibile- da parte dei cari di Giovanni che chiedono verità sull’accaduto e se a ucciderlo siano state delle esalazioni provenienti dal bagno chimico o da un altro ambiente dell’imbarcazione. Sulla bara bianca è comparsa una corona di fiori.
A indagare sulla tragedia è la Procura di Tempo Pausania. si spera di capirne di più tramite esami istologici e tossicologici sul corpo del ragazzo, disponibili tra 60 e 90 giorni circa.
Il Comune di Bacoli parte civile nel processo
A Bacoli per tutta la giornata il primo cittadino di Bacoli Josi Gerardo della Ragione ha proclamato il lutto cittadino in rispetto di un concittadino andato in Sardegna per lavorare. Come preannunciato dallo stesso sindaco, alla fine della cerimonia funebre il feretro di Giovanni Marchionni è arrivato al porto di Baia per un ultimo saluto prima della sepoltura. L’ente flegreo si costituirà parte civile nell’eventuale processo per la morte di Giovanni.
Commosse le parole del sindaco. «Quanta gente ti vuole bene, Giovanni. Hai fermato una città, a Ferragosto. Erano tutti qui per te. Per ricordare un momento, per condividere la sofferenza, per essere al fianco di chi ti ama. Sei diventato il figlio, il nipote, il fratello di una comunità enorme. Innamorati di quel tuo sorriso che voleva mangiarsi la vita. E di quello sguardo, radioso. Così bello, così carico di luce. Un giovane che amava vivere».
Della Ragione ricorda Giovanni come un «lavoratore che voleva inseguire il suo sogno. Solo questo, null’altro. Lavorare in mare, proprio come stava facendo in Sardegna. Così una marea di ragazzi, di mamme, di papà, di nonni, sono accorsi in chiesa per l’ultimo abbraccio. La bara bianca, la tua foto, fasci di fiori ovunque. L’altare pieno di parroci e diaconi. La parrocchia di San Gioacchino gremita, dentro e fuori. Applausi e lacrime. Tantissime. Un dolore composto, ma netto. Profondissimo, lacerante. E poi i palloncini fatti volare in cielo, il suono a lutto delle barche e delle navi che giungeva dal mare. Ed i clacson dei motorini, le maglie nere di tantissimi amici tuoi che un dolore così atroce non lo avevano ancora vissuto mai. Il silenzio. I silenzi».
La richiesta di giustizia
Josi Della Ragione si fa portavoce della richiesta di «verità, giustizia» di un «popolo» in «sofferenza» non solo per Giovanni ma anche per «per tutti i figli di questa terra che hanno il diritto di una società più giusta: dove la parola “lavoro” faccia rima con “sicurezza”, con “diritti”. Un mondo in cui, se ti infortuni sul posto di lavoro, non devi fingerti un turista che era lì per caso. In una realtà dove se muori su un grande yacht, perché stavi lavorando lì, nessuno insinui che eri a bordo solo per una vacanza in Costa Smeralda. O che assumevi sostanze stupefacenti. O che hai avuto un malore improvviso. Dove nessuno si nasconda dinanzi alle proprie responsabilità».