Una sorta di autocommissariamento della politica, un passo indietro per consentire alla commissione d’accesso di lavorare con serenità ed andare al voto tra un anno. Questa l’ipotesi, a dir poco bizzarra, circolata nei giorni scorsi in alcuni ambienti della politica giuglianese. La proposta, avanzata da alcuni esponenti del centrodestra locale, era quella di condividere insieme a tutte le altre forze politiche un manifesto pubblico nel quale ci si impegnava a non presentare le liste dei candidati per le prossime elezioni del 25 e 26 maggio, spiegando alla città che si sarebbe trattata di una scelta fatta per il bene di Giugliano e per consentire alla commissione d’accesso di fare chiarezza prima del voto. In questo modo le redini sarebbe lasciate per un altro anno in mano al commissario prefettizio che si è insediato dop le dimissioni di 19 consiglieri che hanno posto fine all’Amministrazione Pirozzi.
Se si presentasse un solo candidato a sindaco, infatti, sarebbe necessario che si recassero alle urne almeno il 50% degli aventi diritto per validare l’elezione. Cosa difficile visto che tutti i grandi partiti non farebbero campagna elettorale.
La proposta è arrivata anche al vaglio del commissario del Pd giuglianese Dinacci che però l’ha scartata, così come tutte le altre forze politiche. Nei giorni scorsi, invece, l’Udc aveva proposto di non candidare chi aveva fatto parte delle ultime due consiliature nelle vesti di consigliere comunale o assessore.
Resta nel frattempo un clima molto confusionario sia su liste che candidati a sindaco. Pd e M5S potrebbero anche non presentare il simbolo, mentre nel centrodestra, dopo le prime riunioni, non si riesce a raggiungere la quadra sul profilo dell’aspirante sindaco della coalizione.