Si infittisce il caso di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa nel 2010, nella lista degli indagati oggi compare anche il nome della pm Letizia Ruggeri, l’accusa è quella di aver depistato le indagini sui campioni di DNA ritrovati sul corpo dell’adolescente. Una triste storia quella della piccola Yara Gambirasio che ha perso la vita a soli 13 anni e che, a quanto pare, ancora non riesce a trovare pace.
La “prova regina” del caso Yara
A chiedere una “compiuta valutazione” della posizione della pm Ruggeri è il giudice delle indagini preliminari di Venezia Alberto Scaramuzza. In particolare Scaramuzza ha chiesto di analizzare la posizione presa dalla pm in relazione con le contestazioni nell’esposto alla difesa di Massimo Bossetti. Quest’ultimo sta infatti scontando la pena d’ergastolo per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio, ma c’è chi ancora sostiene la sua innocenza. Il suo legame con il caso e con il corpo di Yara sono stati avvalorati proprio da alcuni campioni di DNA.
Ed è proprio sugli importantissimi campioni di DNA che si basano le accuse alla Ruggeri. A quest’ultima viene infatti contestato di non aver garantito la corretta conservazione dei campioni di DNA ritrovati sul corpo di Yara. In particolare viene contestato alla pm di non aver garantito la corretta conservazione del DNA nel passaggio dal San Raffaele di Milano all’ufficio Corpi del reato di Bergamo.
Per queste motivazioni il Gip ipotizza i reati di frode processuale e depistaggio. Nel particolare i nuovi dubbi sorgono su 54 reperti contenenti il DNA misto di Yara e del suo carnefice. Lo spostamento da Milano a Bergamo sarebbe durato alcuni giorni e questo avrebbe, secondo alcuni, alterato le prove conservate nel trasporto in un frigorifero. La “prova regina” sarebbe quindi ora alterata.
