9.8 C
Napoli
giovedì, Aprile 18, 2024
PUBBLICITÀ

IL DRAMMA DEI GHANESI SENZA TETTO, DAL COMUNE ARRIVANO I PRIMI FONDI

PUBBLICITÀ

dall’inviato a VILLARICCA







Alcuni sono sdraiati tra le panche, altri in piedi parlano tra loro in senegalese, francese, inglese. In quindici sono in sciopero della fame da quattro giorni e anche se i segni della stanchezza si fanno sentire, la determinazione è più forte: “Altra scelta non c’è, andremo avanti a oltranza”. Sono i cento immigrati in attesa del permesso di soggiorno, quelli colpiti dalla legge Bossi-Fini, che il governo ha deciso di “rimandare a casa”. Da novembre “occupano” simbolicamente la chiesa di San Pasquale Baylon, alle porte di Villaricca. E’ uno dei paesi più piccoli dell’hinterland giuglianese: un passato degno del nome che porta, un presente di disagio e degrado. Anni fa il Sindaco per assegnare sei posti di spazzino ricorse al sorteggio tra gli aventi diritto, per sfuggire alle infiltrazione clientelari e camorristiche. Le campagne circostanti ed i numerosi cantieri edili della zona sono da sempre meta di extracomunitari in cerca di un’occupazione stagionale: un lavoro sottopagato lo si trova, più difficile reperire un alloggio. La comunità ghanese una dimora l’aveva trovata, sei mesi fa. Un grosso caseggiato da trecento euro ad appartamento. E se ora il proprietario dello stabile ha dato loro lo sfratto, non è per un rigurgito razziale. E’ per paura. Paura di incorrere nell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E’ l’effetto della Bossi – Fini, che punisce chi ospita immigrati senza permesso di soggiorno.

PUBBLICITÀ

I ghanesi – che lavorano occasionalmente nella vicina Qualiano – hanno chiesto aiuto al parroco, padre Alfonso Ricci, che ha acconsentito al loro ingresso in chiesa. “Invece di farli dormire all’aperto, in una notte di gelo – spiega padre Alfonso – ho pensato che da cristiano, prima ancora che da sacerdote, fosse mio dovere farli entrare in chiesa. Cosa succederà nei prossimi giorni? Io continuerò a farli entrare se non avranno un tetto. Anche se non è con me che devono parlare per trovare una soluzione, ma con le Istituzioni”. E del resto, padre Salvatore Cimmino, il viceparroco spiega che “non ci siamo certo preoccupati di vedere se erano musulmani o di un’altra religione. La chiesa è aperta a tutti, ancor più in giornate di freddo come queste”. Un plauso convinto alla decisione dei sacerdoti di Villaricca arriva da monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra.




LA SOLIDARIETA’ – Si muove intanto la rete della solidarietà. A favore degli extracomunitari è stata organizzata una colletta tra i fedeli per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità. In campo sono scesi anche la Caritas e i volontari dell’associazione antirazzista “3 febbraio” che hanno chiamato all’appello anche altre organizzazioni, tra cui Emergency e Assopace, e coinvolto le amministrazioni locali. Un segnale positivo arriva dal Primo Cittadino di Villaricca, Raffaele Topo. Ieri ha incontrato i giovani immigrati e i responsabili della Caritas di Giugliano. Sindaco e Giunta hanno poi deliberato lo sblocco dei contributi per una prima assistenza. Si tratta dei fondi della 328, che dovrebbero presto arrivare dalla Regione. “Con questi contributi – spiega il sindaco – potremmo valutare le proposte di locazione e attivare un tavolo permanente di solidarietà per gli extracomunitari”. Per far fronte all’emergenza immigrazione, drammatica in tutta l’area a nord di Napoli, oggi si decide per un Consiglio comunale straordinario allargato a tutti i comuni del Giuglianese.



LE STORIE – Clandestini, semi-regolari e poi di nuovo clandestini: sul sagrato della chiesa di San Pasquale Baylon si accavallano le storie di immigrati che hanno vissuto l’ illusione della legalità e che ora, senza patria, per protesta, fanno lo sciopero della fame. Molti di loro hanno le facce conosciute. Nella vicina Qualiano, tutti i giorni aspettano che qualcuno gli offra lavoro in campagna o nei cantieri edilizi. Aspettano sin dalle prime luci dell’alba, in piazza Kennedy. Alle sette passa il “caporale”: sceglie gli uomini più adatti, quelli più robusti. Lo fa dal finestrino, con grossolana leggerezza. E’ una pratica brutale, che offende e mortifica la dignità umana. Non solo quella degli immigrati. I datori occasionali offrono venti euro per un’intera giornata di lavoro. Chi sono, costoro? Spietate multinazionali, racket del crimine? Macché. Sono proprietari terrieri individuali, che cercano di ricavare il massimo con poco o niente. Quando sanno che gli extracomunitari non sono in regola con il permesso di soggiorno, aumentano le pretese.

Luis, 27 anni, ghanese, è vittima di un datore di lavoro che l’ ha sfruttato per due mesi: “Mi ha detto vieni, lavora per me. Io ti certifico la promessa di lavoro da presentare in Questura per la sanatoria – racconta -, così ho fatto. Non mi ha mai pagato. E del resto non mi lamentavo: valeva di più il permesso di soggiorno che lo stipendio. Ma poi i poliziotti mi hanno detto che quel certificato era falso. Mi sono trovato così senza lavoro e senza permesso di soggiorno”. Accanto a Luis il compagno di protesta Manuel, 24 anni, ghanese anche lui: laureato in ingegneria, è fuggito dalla miseria del paese natale circa un anno fa. “Ho lavorato sei mesi con un datore di lavoro in campagna – spiega -. Mi diceva ‘sei bravo, lavori bene, ma io non posso rischiare’. Ed eccomi qua”. E poi c’è Jean-Baptiste, 34 anni, senegalese, che aspetta di riabbracciare la famiglia che non vede da due anni. E ancora David, che a casa non può tornare senza soldi in tasca: “mio padre mi ucciderebbe”. Luis, Manuel, Jean-Baptiste, David: quattro storie fra la moltitudine della disperazione

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Faida dei Quartieri, presi Di Biasi junior e due baby ras: nei video l’agguato a Masiello

Pochi frame. Pochi secondi che ‘raccontano’ la nuova faida dei vicoli. Quella dei Quartieri spagnoli che ha portato all’indagine...

Nella stessa categoria