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venerdì, Aprile 19, 2024
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DIFESA DEL TERRITORIO, ESPERTI A CONFRONTO

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dall’inviato a GIUGLIANO




Le mani sull’ambiente. Camorra e connivenze politiche. Difesa del territorio e sviluppo sostenibile. Questi i temi dell’incontro-dibattito tenutosi ieri sera a Giugliano, nella sede dell’Istituto Italiano per gli studi europei. Ambientalisti e politici hanno tracciato le linee- guida del dramma ambientale che affligge l’intero hinterland giuglianese. Un dramma fatto di decine di discariche, numerosi impianti “mangiarifiuti”, aree di stoccaggio per le “ecoballe”, centinaia di sversatoi illegali, una vertiginosa impennata dei tassi relativi alle morti tumorali. “Il Giuglianese vive un’emergenza infinita – ha detto Raffaele Del Giudice, dirigente regionale di Legambiente e relatore del convegno-. Il nostro territorio è stato letteralmente sventrato dalle cave abusive, opportunamente utilizzate per lo smaltimento illecito di rifiuti tossici. Paghiamo oggi le conseguenze di anni di totale silenzio istituzionale. Non è possibile che si continui con la distruzione sistematica della zona a Nord di Napoli”. Non risparmia accuse l’esponente di Legambiente. “Il prezzo pagato in termini di salute dalla popolazione – ha aggiunto – negli ultimi dieci anni è stato altissimo. I nostri nemici, gli avvelenatori della salute pubblica, tra discariche abusive, attività illecite delle ecomafie, tonnellate di rifiuti tossici e per ultimo l’industria dei rifiuti, stanno mettendo in ginocchio in maniera irreversibile il futuro già compromesso di queste zone”. Nel corso dell’incontro, sono state proiettate le diapositive delle aree interessate dall’emergenza: Ponte Riccio, Sette Cainate, Villaricca2, Qualiano. Hanno partecipato al dibattito numerosi rappresentanti delle forze politiche, sociali e culturali. L’Istituto per gli Studi europei e Legambiente hanno annunciato l’elaborazione di un dossier sull’intera vicenda ambientale del Giuglianese. Infatti, prima di essere destinato agli impianti di smaltimento per l’emergenza campana dei rifiuti, il territorio era già diventato, a partire dagli anni 80, il capolinea degli scarichi illegali, spesso provenienti dalle industrie del nord.





AFFAIRE RIFIUTI A GIUGLIANO




GIUGLIANO (U. Fer.) –
L’oro nella spazzatura. Giugliano è il paese -simbolo di un affaire senza precedenti. Qui, tra Qualiano e Casal di Principe, nella terra d’origine dell’ecomafia, i rifiuti sono l’industria trainante. Discariche legali, centinaia di sversatoi abusivi, un cdr costruito con tecnologie arretrate, piattaforme per lo stoccaggio delle ecoballe, cave per l’estrazione abusiva di pozzolana riutilizzate dai clan per smaltire rifiuti tossici. Nuovi immondezzai al giorno. Al centro: le abitazioni. I miasmi si avvertono a decine di chilometri di distanza. Lago Patria, Varcaturo, Parete, Aversa, Villaricca, Qualiano appestati dai tanfi pestilenziali. Ma non è tutto. E’ di oggi la notizia che le ruspe avrebbero ripreso i lavori nella cava di Sette Cainate. Una nuova discarica. L’invaso, destinato ad accogliere la frazione organica stabilizzata (fos) e i sovvalli del cdr (combustibile derivato dai rifiuti) di Ponte Riccio, è sito in via Grotta dell’Olmo, a Varcaturo. A pochi passi dalle case. 600mila i metri cubi di rifiuti che potrà accogliere.

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Le attività illecite legate allo smaltimento dei rifiuti hanno avuto, negli ultimi anni, un allarmante sviluppo. E’ il nuovo volto dell’ecomafia che ai profitti derivati dall’abusivismo edilizio ha affiancato quelli determinati dal traffico illegale del pattume. L’emergenza rifiuti nei comuni del Giuglianese non è però cominciata con il Commissariamento della Regione Campania. La vicenda è molto più vecchia e ricordare tutti i passi del dramma sarebbe impossibile. Solo una data-simbolo però: 4 febbraio 1991. Quel giorno l’autista Mario Tamburino rimaneva accecato e semiparalizzato dalle esalazioni dei 571 fusti di rifiuti tossici che dalla Ecomovil di Cuneo traghettava in via Bologna, nelle campagne tra Villaricca e Qualiano. L’inchiesta che ne nacque si allargò a dismisura e la magistratura confermò l’esistenza di un accordo malavitoso per trasformare la Campania in una immensa discarica di rifiuti tossici. La cartina del rifiuto criminale individuò in Castelvolturno, Qualiano, Giugliano, Palma Campania, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, Villaricca, le mete preferite delle migliaia di tir che hanno mutato l’Italia in un’unica, lunga autostrada della spazzatura.

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