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Gregari, affiliati, emergenti a casa i «soldati» dello scontro

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Gregari, affiliati, emergenti a casa i «soldati» dello scontro

IL CASO

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Si ripopolano i quartieri della droga. Scampia, Secondigliano, Piscinola, Miano. Ma anche i comuni dell’asse mediano, Arzano, Casavatore, Melito. Tornano liberi i protagonisti della faida che ha provocato una sessantina di omicidi circa e i pm lanciano l’allarme. Lo hanno fatto appena pochi giorni fa, a margine di arresti che hanno interrotto una nuova escalation criminale alle porte di Napoli. Il pm della Dda di Napoli Stefania Castaldi ha ribadito il concetto: i protagonisti della faida stanno lasciando il carcere. Un fenomeno monitorato – come spiega il procuratore aggiunto Franco Roberti – che polizia e carabinieri controllano da tempo. Ma è anche un fenomeno che rischia di rimettere in sesto frizioni e possibilità di vendetta. Ma chi sono i personaggi che hanno lasciato la cella? E soprattutto: perché tante scarcerazioni? Le risposte le forniscono gli stessi inquirenti: qualcuno ha già scontato la sua condanna dopo i fermi del 2004. Poi ci sono casi eclatanti, che un po’ alla volta lasciano la cella. Ecco una serie di nomi di pregiudicati che hanno fatto ritorno a Scampia e Secondigliano negli ultimi mesi: Vincenzo Pariante, legato a un clan un tempo consociato con i Di Lauro, poi convogliato nel cartello degli scissionisti. Poi, sempre sul fronte degli spagnoli, ci sono i fratelli Rispoli, Luigi Secondo, Roberto Manganiello. Anche il clan Di Lauro sembra essersi rafforzato negli ultimi tempi grazie al ritorno in libertà di gente che in passato occupavano posti mediani nell’organigramma del cartello di Secondigliano. Il caso più eclatante è quello di Lucio De Lucia, ucciso lo scorso marzo, nel corso di un tentato colpo di stato interno al clan Di Lauro. Liberi anche Luigi Petrone e Giuseppe Prezioso, quest’ultimo indicato in passato come l’autista di Cosimo Di Lauro. Nomi che scorrono nei fascicoli coordinati dalla Dda di Napoli, mai come in questo caso in stato di allerta per possibili rigurgiti di vendetta. È ancora il pm Stefania Castaldi a fare luce sull’atmosfera che si respira all’ombra delle Vele di Scampia. «La faida è stata una pagina straziante, su sessanta omicidi tantissimi gli innocenti uccisi. Questo provoca possibilità di vendetta sempre attuali, sempre possibili. Un orizzonte abbastanza chiaro, anche alla luce delle ultime verifiche investigative. Lo ha spiegato lunedì scorso il capo della Dda Roberti: «C’è stato un piano interno agli scissionisti per uccidere quanti non si erano impegnati tre anni fa nella guerra contro i Di Lauro. Uno scambio di favori: eliminare i killer meno affidabili degli Abbinante e colpire i Prestieri, che sono da ritenere tutti a rischio». Libero solo Tommaso Prestieri, che ha chiuso da tempo i conti con la giustizia, e la sorella Maria, che è stata invece scarcerata dopo l’assoluzione nel processo ai Di Lauro.


IL MATTINO 4 NOVEMBRE 2007

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