GIUGLIANO – Tentano di rapinare un’automobilista, due pregiudicati finiscono in manette. Domenico Maisto, 31 anni, e Aniello D’Alterio, 39 anni, entrambi di Mugnano, sono stati arrestati l’altra sera al Ponte Riccio, alle porte di Giugliano. Stavano mettendo a segno l’ultimo colpo ai danni di una coppietta quando sono stati sorpresi da una pattuglia dei carabinieri.
I militari erano sulle loro tracce da un bel po’: si pensa, infatti, che siano da ricondurre ai due pregiudicati le numerose rapine messe a segno negli ultimi mesi alla periferia della cittadina. A tradirli è stata la Fiat Cinquecento bianca che erano soliti usare per spostarsi da un posto all’altro. L’autovettura è stata puntualmente segnalata nelle numerose denuncie di rapina presentate alle forze dell’ordine.
Poco dopo le 18 dell’altra sera, Maisto e D’Alterio hanno bloccato una coppia appartata in una Opel Corsa, nei pressi dell’area Asi. “Dacci tutto o sei morto” hanno intimato all’autista dell’Opel, un 34enne di Pozzuoli. L’uomo ha esitato un secondo e, per tutta risposta, è stato colpito a testate e schiaffi. Maisto gli si è scagliato contro brutalmente. Calci, pugni. Una furia selvaggia ed incontrollabile. Il complice ha intanto atteso a pochi metri di distanza, a bordo della famigerata Cinquecento. Proprio mentre stava per concludersi la rapina, è arriva la volante dei carabinieri in servizio di pattugliamento. I pregiudicati, alla vista delle divise, hanno cercato di allontanarsi. Inutilmente. Per i militari della Compagnia di Giugliano è stato facile stringere le manette intorno ai polsi dei due.
I carabinieri, coordinati dal capitano Gianluca Trombetti e dal tenente Orazio Ianniello, credono che siano Maisto e D’Alterio i due fuorilegge che da mesi terrorizzano l’area di Ponte Riccio. C’è un particolare significato ad inchiodarli: la Cinquecento. Loro erano specializzati nel rapinare i fidanzati appartati nelle loro auto alla ricerca di un pò d’intimità. Decine i colpi messi a segno. E sono soltanto quelli dimostrati con le denunce rintracciate negli archivi della Compagnia di Giugliano. “Ma potrebbero essercene molte di più”, dicono gli investigatori.