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giovedì, Maggio 9, 2024
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AL CAMPIDOGLIO FOLLA DI SINDACI, C’E’ ANCHE IL GONFALONE DI MARANO

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MARANO – Il colpo d’occhio è di quelli che restano a lungo nella memoria. Trecento e passa gonfaloni tutti insieme, un mare di drappi e stendardi, di vigili urbani e commessi comunali, di primi cittadini con la fascia tricolore e di consiglieri, di assessori e funzionari. Eccolo il popolo degli enti locali che ha deciso di sfilare per la pace e che, a mezzogiorno in punto, si raccoglie nella piazza del Campidoglio, fra la statua equestre di Marco Aurelio e i palazzi dei musei Capitolini. Sotto, ai piedi della grande scalinata che porta al piazzale disegnato da Michelangelo, già si intravede la testa del corteo, Piazza Venezia diventa un fiume in piena, tutto colori, musica e striscioni. Walter Veltroni, sindaco di Roma, non nasconde il suo entusiasmo: «Siamo orgogliosi di ospitare un evento come questo. La manifestazione è proprio quello che ci si aspettava che fosse. Centinaia di migliaia di persone con una grande voglia di pace e una forte consapevolezza della necessità di riuscire a trovare il modo per stroncare il terrorismo ed evitare la guerra». Le due cose, spiega Veltroni, «non sono imcompatibili e lo spazio che si apre in mezzo è quello della politica».
Sulla piazza ci sono i gonfaloni del Comune e della provincia di Napoli, quello di Marano, di Castellammare, della Regione Campania. «Mai come in questo momento – spiega Leonardo Domenici, presidente dell’Anci e primo cittadino di Firenze – gli enti locali hanno interpretato lo stato d’animo dei cittadini. Che è quello di evitare in tutti i modi la guerra e costruire la pace». Domenici getta acqua anche sulle polemiche che hanno accompagnato la decisione di alcuni sindaci di esporre le bandiere arcobaleno: «Non è stata assolutamente una questione di disobbedienza. Ma abbiamo voluto difendere, con questa scelta, l’autonomia dei Comuni».
Fra i gonfaloni, spicca quello di Arcore. E il sindaco, Antonio Nava, esponente della Margherita, non rinuncia alla stoccata contro il premier: «Berlusconi deve lavorare per la pace, un bene di tutti mentre qui si sta facendo retromarcia. Non si deve morire per il petrolio». Ma ormai è tempo di muoversi. Sindaci e assessori si mettono in marcia. Facendosi precedere da una gigantesca bandiera, una striscia arcobaleno lunga cinquanta metri, che si fa largo nel corteo principale.




an. tr. – Il Mattino 16 febbraio 2003

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