IL PREGIUDICATO HA LEGAMI CON LA FAMIGLIA MALLARDO E LA COSCA DI SECONDIGLIANO
Pasquale Russo, 37 anni, si era rifatto il volto e aveva documenti falsi. Impegnati cento carabinieri
di ANTONIO POZIELLO
Grave colpo al clan Pianese, federato ai Mallardo di Giugliano e, dunque, all’alleanza criminale di Secondigliano. In manette il pluripregiudicato Pasquale Russo, 37 anni, meglio noto come «o’ cartunar». Il pregiudicato era latitante dal maggio 2001 ed era riuscito a sfuggire più volte all’arresto negli ultimi mesi, grazie ad una fitta rete di complicità e coperture. Per gli investigatori sarebbe uno dei massimi esponenti del clan Pianese, probabilmente uno dei reggenti dell’organizzazione dopo l’arresto di Nicola Pianese, alias «o’ mussato». I carabinieri di Giugliano, diretti dal capitano Gianluca Trombetti e dal tenente Orazio Ianniello, lo hanno arrestato l’altra notte in Via Giulio Cesare, a Qualiano. I militari, grazie ad una complessa indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, attraverso una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali, erano certi che il boss si nascondesse in un antico palazzo. Impegnati circa cento militari. Hanno circondato l’intero quartiere. Circa sessanta militari hanno bloccato ogni via d’uscita dalla zona. Altri trenta hanno cominciato a perquisire gli appartamenti del palazzo. Dopo un’ora, li avevano perquisiti tutti senza trovare alcuna traccia del Russo.
Uno dei militari ha, però, notato dei segni su un muro di cinta. Le impronte di una scarpa, come se qualcuno avesse scavalcato. I carabinieri si sono quindi calati nell’adiacente palazzo, perquisendolo. Anche in questo caso nessuna traccia del ricercato. Il palazzo era, però, collegato anch’esso ad un altro adiacente da un muro non troppo alto. I carabinieri hanno, quindi, perquisito anche il terzo edificio, trovando Russo nascosto in una cantina. Alla vista dei militari si è immediatamente arreso, rivelando la propria identità.
Nel corso della latitanza, probabilmente perché si sentiva braccato, si era sottoposo ad un intervento di plastica facciale, modificando la forma degli occhi, delle sopraciglia ed, in parte, della fronte. Era anche in possesso di documenti falsi. Russo era ricercato per associazione a delinquere di stampo camorristico e doveva scontare una pena di circa cinque anni di reclusione per estorsione aggravata, porto e detenzione di armi. Da ottobre, era accusato, inoltre, anche di traffico di stupefacenti e, nuovamente, di detenzione di armi. Il 25 ottobre i carabinieri erano riusciti ad individuare il suo covo, un casolare nelle campagne nei dintorni di Bacoli. Russo riuscì, però, a sfuggire all’arresto, avvertito della presenza dei carabinieri da un complice: Domenico Scampitelli, un pregiudicato bene inserito negli ambienti criminali della zona flegrea recentemente avvicinatosi ai clan del giuglianese, divenendone una sorta di «ufficiale di collegamento» quelli flegrei. Nel casolare furono rinvenuti e sequestrati 630 grammi di cocaina purissima ed una pistola calibro 9×21. Russo riuscì a sfuggire all’arresto nuovamente due giorni dopo, quando fu arrestato Scampitelli.
IL MATTINO 12 MARZO 2003


