L’Agro Aversano come il Giuglianese
di ROBERTO FUSCIELLO
AVERSA – Rilevare il disagio ambientale di cui soffre la provincia di Caserta e in particolare l’agro aversano, non è molto difficile. Anzi è facilissimo. Basta possedere una macchina fotografica, un’automobile e una vista discreta e il gioco è fatto. Il percorso da scegliere poi non ha importanza, basta imboccare qualsiasi strada extra-urbana o fare un giro per le campagne per rendersi conto che vi è solo l’imbarazzo della scelta. Lo scenario a cui si assiste in un’escursione del genere e a dir poco terrificante. I rifiuti che si trovano sono di vario genere. Si va dai materassi ai servizi igienici, dai pneumatici alle carcasse di automobili, dai frigoriferi all’abbigliamento, tutto ovviamente immerso in un pittoresco tappeto di sacchetti di plastica di vario colore. In qualche posto inoltre i rifiuti sono ammassati proprio in prossimità dei cartelli “divieto di scarico” ne un centimetro più in là ne uno in meno, o giacciono paradossalmente intorno ai cassonetti. Il che rappresenta una vera e propria sfida per le amministrazioni comunali in questione che sembrano non essere nemmeno al corrente della quantità di prodotti (da far invidia al miglior centro commerciale!) presenti nelle loro campagne. Lo scenario “trash” appena descritto comunque non è altro che la punta di un iceberg che ha radici molto profonde nel vero senso della parola. Secondo indiscrezioni e stime dei medici locali, la quantità di rifiuti tossici interrati, sarebbe superiore ad ogni aspettativa. L’ unico fattore positivo della questione, se proprio si vuole essere ciechi più che ottimisti, potrebbe essere che le discariche a cielo aperto sono diventate gli ambienti ideali per i cani randagi e i gabbiani in cerca di cibo. Una magra consolazione, a cui si aggiunge qualche piccolo dubbio per quanto riguarda la salute degli incauti animali.
SETTE GIORNI – 14 febbraio 2003