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giovedì, Maggio 9, 2024
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Fiamme in Rianimazione, terrore al Cardarelli

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di BRUNO BUONANNO




NAPOLI– Fumo e fiamme nella Rianimazione del Cardarelli, a pochi metri di distanza da una dei box che ospita tre pazienti gravissimi. È scattato l’allarme rosso nel più grande ospedale cittadino, mettendo in ginocchio il reparto salvavita.
Erano da poco passate le sei; medici e infermieri si preparavano a un ennesimo giro fra i pazienti del reparto, tutti sedati e in terapia costante, quando improvvisamente un densa nuvola di fumo ha invaso la cosiddetta zona «ex filtro» e con rapidità ha cominciato a diffondersi nella divisione. In pochi istanti, appena è stato aperto lo sgabuzzino (pieno di biancheria sporca e di rifiuti ospedalieri speciali, contenuti in scatole di cartone giallo) per individuare la causa di quella nuvola di fumo, si è scatenato un vero e proprio incendio che ha seminato il panico fra il personale del reparto e, ancora di più, tra le decine di parenti dei ricoverati che, su brande di fortuna, avevano trascorso la notte in ospedale. Il corridoio si è riempito di fumo nero che impediva addirittura la vista. Da un momento all’altro l’alba in ospedale si è trasformata in un dramma per chi era in Rianimazione e per chi – come i parenti dei degenti, bloccati dalla porta a vetri – dall’esterno a pugni e calci chiedevano di entrare per essere rassicurati sulle condizioni dei proprio familiari.
Nuvole di fumo nero, irrespirabile, hanno invaso rapidamente il corridoio senza arrivare, per fortuna, alla scala principale che porta ai singoli piani del Dipartimento di emergenza. Medici e infermieri, in attesa del personale della squadra antincendi della ditta di vigilanza e dei vigili del fuoco, hanno provato – senza successo – a spegnere l’incendio con gli estintori del reparto. Fortunatamente la porta in vetro che dà accesso al reparto è stata tenuta rigorosamente chiusa, proprio per evitare l’ingresso dei familiari dei ricoverati. E, mentre i pompieri intervenivano con gli idranti sulle fiamme, i tre pazienti ospitati nell’area di accettazione sono stati trasferiti con rapidità nella Rianimazione vera e propria, in letti aggiuntivi. Il fumo denso che rischiava di invadere il Dea è stato «dirottato» all’esterno direttamente dai vigili del fuoco che – mentre domavano le fiamme – hanno frantumato i vetri di alcuni infissi in ferro per consentire un immediato ricambio di aria. L’ultimo allarme vissuto dal Cardarelli per colpa di un improvviso incendio si è concluso anche questa volta bene: perché i sistemi di sicurezza e la freddezza del personale medico e paramedico hanno evitato errori che si sarebbero potuti rivelare pericolosissimi per i ricoverati. I diciotto pazienti (15 ospiti della Rianimazione e tre del reparto accettazione), invece, non hanno subito alcun danno perché, come da protocollo, tutti i box di degenza sono stati isolati a comparto. Le porte a vetri delle singole stanze si sono chiuse automaticamente e sono state riaperte solo per consentire al personale della Rianimazione di sistemarsi al fianco dei singoli pazienti, tutti intubati e al sicuro dalla nuvola di fumo perché la loro respirazione viene garantita direttamente da un macchinario automatico.
Il pubblico ministero di turno ha disposto l’immediato sequestro dello sgabuzzino in cui si è sviluppato l’incendio; le due porte del locale in mattinata sono state sigillate dalla polizia mentre la direzione generale del Cardarelli ha immediatamente comunicato alla centrale operativa del 118 il blocco, per l’intera giornata, dei ricoveri in Rianimazione e ha invitato le équipes chirurgiche a rinviare gli interventi operatori di elezione più complessi che, di solito, richiedono la disponibilità di posti letto in Rianimazione. Sulla cause dell’incendio indaga la magistratura per accertare eventuali ipotesi dolose, ma anche il direttore generale del Cardarelli, Enrico Iovino, ha nominato una commissione d’indagine interna per individuare i motivi del principio d’incendio.



IL MATTINO 17 GIUGNO 2003

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