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venerdì, Maggio 10, 2024
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NAPOLI, ADDIO AI SOGNI DI GLORIA: C’ERA UNA VOLTA UNA SQUADRA VINCENTE

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Se fosse un film sarebbe dell’orrore, questo Napoli-Lazio. Così come è stato incredibilmente cinematografico tutto il campionato degli azzurri finora. Dall’altare alla polvere, in poco più di due mesi. C’era una volta un gruppo vincente, che tra le mura amiche aveva un ruolino di marcia pari addirittura a quello del Manchester United. Fuori casa già stentava ma in classifica era comunque a ridosso delle prime. E ora? Ora si contano le partite che mancano alla fine del torneo e si spera di riuscire a fare quei 5-6 punti per agguantare la salvezza matematica. In mezzo, un oceano. Fatto di dubbi, rimpianti, sfortuna. E tanta, tanta pochezza. Perchè questo Napoli è stato colpevolmente sopravvalutato da tutti, addetti ai lavori, tifosi nonchè, “last but non least”, dai suoi capoccioni. Finito il fiato, finita la vena di Hamsik e Lavezzi, finito l’entusiasmo per le vittorie a catena, di questa squadra rimane poco o nulla. Ogni passo falso commesso da dirigenti, allenatore e giocatori sta impietosamente venendo alla luce. Un pressapochismo che si riflette in vicende come quella di Gargano. Il giocatore va in Spagna (ma poi perchè?) a farsi curare, il professor Villarubias, esimio luminare, dice che il problema al quinto metatarso del piede è in realtà solo un problemino: come volevasi dimostrare, durante l’allenamento di rifinitura frattura da stress e per El Mota addio finale di campionato. Ma non finisce qui: alla fine della stessa maledetta seduta, Denis prende a schiaffi Santacroce, reo di averlo colpito con un brutto fallo durante la partitella. Problemi tra italiani e sudamericani? Macchè! Ci si mette anche la iella: Datolo, per cui Reja ha “abiurato” il suo dogmatico 3-5-2, non recupera da una botta alla caviglia; e alla fine della gara con la Lazio arriva il colpo di grazia con la sospetta lesione al crociato per Maggio. E’ un campionato, questo degli azzurri, che somiglia sempre più ad una via Crucis. Come uscirne? La condizione atletica è quella che è: il Napoli attuale è una candela spenta, non ha forza nelle gambe nè resistenza. Durante le vacanze natalizie andava svolto un programma di lavoro per recuperare quella corsa e quella brillantezza che avevano fatto volare la squadra fin dagli albori di luglio. Solitamente in gara il Napoli parte benino, gioca quasi alla pari con gli avversari. Poi al primo sussulto “serio”, proveniente dalla parte avversa, capitola. Da quel momento non si riprende più. Non ha gli uomini per farlo. Non ha chi imposta la manovra nè chi la finalizza. E’ la storia, più o meno, di tutte le partite degli ultimi due disgraziatissimi mesi. Anche con la Lazio è andata grossomodo così. Risultato, a voler essere buonisti, anche un pò bugiardo. Nel primo tempo un paio di occasioni per parte. Nel secondo buon avvio del gruppo Reja ma su un contropiede scolastico lancio di Foggia e gol di Rocchi, con Navarro colpevole. Qui si vede tutto il dilettantismo della difesa. Cannavaro e Contini vanno entrambi a cercar fortuna nell’area avversaria, non ce la fanno ovviamente a rientrare e sul capovolgimento arriva la mazzata. Il numero uno del Napoli distende il braccio e non riesce a far meglio che deviare con la mano il pallone in porta. Dopo otto minuti il bis, sempre di Rocchi Tommaso, da Venezia. Il torneo dei partenopei in pratica finisce qui. Addio alle residue quanto velleitarie illusioni europee. Ad un ritmo languido e melanconico, da bossa nova, si avvia verso i titoli di coda un depresso Napoli. Unico obiettivo rimasto: arrivare il più presto possibile a 40 punti. Dopo, sulle macerie, si avvii la ricostruzione. De Laurentiis sia più decisionista e regali alla quarta piazza calcistica d’Italia una squadra di professionisti seri, arricchita da qualche campione. E Marino tralasci per un pò colpetti prospettici e sudamericani sconosciuti. Prenda dei leader, uno per reparto. Hamsik e Lavezzi, almeno per ora, hanno dimostrato di non esserlo. In più il Pocho, se vuole essere all’altezza delle migliori seconde punte del campionato, deve imparare a vedere la porta. Sei gol realizzati finora sono un bottino assai misero. Come rischia di esserlo il piazzamento finale del Napoli. Rialzarsi è l’imperativo, per tutti.

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