Ventinove anni senza cinema a Giugliano: pubblicata la gara per riaprire la storica sala del Moderno. In principio era stata la crisi degli anni Settanta, che aveva costretto le sale cittadine ad alternare le proiezioni a luci rosse alle prime visioni. Poi, a dare la mazzata finale era arrivato il terremoto del 1980. Oggi ricorre l’anniversario della chiusura del Cinema Smeraldo di via Aniello Palumbo, che da allora offre l’unico spettacolo del degrado in cui versa. La sala con mille posti si trova al piano terreno di una palazzina, tuttora pericolante e disabitata, diventata ricettacolo di immondizie. E dire che il manifesto dell’ultimo film in programmazione aveva un titolo emblematico: «Chissà perché capitano tutte a me», con Bud Spencer e Terence Hill. Cinque anni prima aveva chiuso i battenti, invece, il «Moderno» di piazza Municipio. Riaperto a metà degli anni Settanta dopo un incendio, è stato abbattuto a metà degli anni ’80 per poi essere rimpiazzato dalla struttura che ora affianca l’attuale Comando della polizia municipale. All’epoca esponeva la locandina di un film dal titolo poco profetico: «Sandokan alla riscossa», almeno nella breve scadenza. Di riscossa si parla adesso, a distanza di più di trent’anni. Dopo essere andati a vuoto i tentativi di riaprire lo Smeraldo – opzionato per farne un palazzo della Cultura, ma mai acquisito a patrimonio comunale – ora infatti il Comune si gioca la carta dei privati con un bando pubblico. Il Consiglio comunale ha recentemente inserito l’ex Moderno tra i beni non alienabili, destinandolo a progetti di valorizzazione dei privati. Il bando per la gestione del cinema è già stato pubblicato e prevede un progetto che, in base allo studio di fattibilità dei tecnici comunali, prevede un investimento di 800mila euro. La ristrutturazione ha riguardato la palazzina, tra l’altro danneggiata da un incendio l’inverno scorso; mentre ora restano da attrezzare gli spazi per trasformarlo in una sala cinematografica a tutti gli effetti, con arredi e impianti. Per farlo, si devono fare avanti i privati. Certo l’amministrazione fa la sua parte. «In base alle competenze e alle possibilità – dice il sindaco Giovanni Pianese – Ci stiamo sforzando di promuovere le attività culturali sul territorio, ma è chiaro che serve l’impegno dei privati che devono investire in un settore specifico come quello del cinema. Finora non l’hanno fatto e ci auguriamo che quest’iniziativa per riaprire il Moderno incentivi gli imprenditori a investire anche nel campo della cultura, che evidentemente non sembra molto redditizio». La storia del Moderno è da sempre a ostacoli. Quasi dieci anni fa venne sprecata l’occasione di sfruttare un finanziamento di 500mila euro di Sviluppo Italia. Intanto, da anni si cercano luoghi alternativi per le proiezioni. Ce la fanno gli appassionati dell’associazione Archivi cinematografici che anche quest’anno ripropongono una rassegna nel teatro della scuola elementare di piazza Gramsci, recentemente ristrutturata dal Comune. «La sala conta centottanta posti a sedere – dice il presidente Gennaro Dama – E ospiterà una rassegna di ventiquattro settimane con film in prima visione, tutti i weekend». Assieme al cinema, il cartellone degli eventi dell’ufficio Cultura prevede anche numerosi spettacoli teatrali. Una boccata d’ossigeno per una città che si sforza di non essere dormitorio. Intanto, quella del cinema a Giugliano è una battaglia che da anni viene portata avanti dalle associazioni culturali e il dibattito si sta infiammando anche sulle pagine di Facebook. Altrove le piccole sale resistono, anche se con grande difficoltà. Da anni i piccoli cinema di Aversa, Melito e Marano tentano di contrastare la concorrenza dei multisala di Marcianise e Afragola a costo di investimenti e sacrifici. Ma la gestione delle piccole strutture di provincia non sembra più un affare appetibile per gli imprenditori.
Il Mattino il 24/11/09