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Testimoni a pagamento al Giudice di Pace, la centrale al rione Sanità

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Un’organizzazione ramificata, estesa e capace di fornire i propri «servizi» non soltanto a Napoli, ma in tutta la provincia. Dietro i falsi testimoni che si radunavano in via Foria, nei pressi della caserma Garibaldi (sede del giudice di pace) ci sarebbe una vera e propria rete criminale. In questo esercito di professionisti della menzogna sarebbero confluiti, negli ultimi anni, qualcosa come un centinaio di persone arruolate soprattutto tra disoccupati, pensionati, in qualche caso persino studenti. Un sottobosco di insospettabili, ai quali veniva fornita l’opportunità di un facile guadagno in cambio del minimo sforzo: la falsa testimonianza nelle cause di infortunistica stradale. L’indagine muove solo i primi passi e non sarà facile sgretolare il muro di omertà e complicità che ha consentito ai responsabili l’impunità. Ma una pista c’è: e porta ai presunti organizzatori dell’associazione, che sarebbero vicini agli ambienti della criminalità spicciola che gravita tra piazza Garibaldi e la Sanità. Naturalmente occorrono verifiche e risocntri. Ma è un dato di fatto che – dopo l’inchiesta del «Mattino» – da qualche giorno i soliti noti personaggi che gravitavano il lunedì, il mercoledì e il venerdì, giornate di udienza, nei pressi della caserma Garibaldi di via Foria è come se si fossero volatilizzati. Spariti dalla circolazione. Indagano polizia, carabinieri e polizia municipale. Proprio la Municipale, alcuni mesi fa, aveva inviato in Procura alecune «segnalazioni» su alcune strane deposizioni di testimoni sfilati nelle aule del giudice di pace. Gli agenti in borghese del Corpo guidato dal generale Luigi Sementa avevano intuito l’esistenza di un giro di denaro che sarebbe ruotato intorno al reclutamento di falsi testimoni. Oggi si scopre che l’organizzazione si sarebbe mossa anche garantendo l’utilizzo di questi testi in sedi diverse dalla caserma Garibaldi. A Barra e in alcune sedi giudiziarie dell’hinterland, da Giugliano ad Afragola. Sul fenomeno delle false testimonianze interviene Antonio Coviello, ex ufficiale della Guardia di Finanza e docente di Marketing Assicurativo presso la II Università di Napoli. Coviello dieci anni fa scrisse – insieme con Maurizio Vallone (oggi capo della Direzione investigativa antimafia di Napoli) – il libro «Truffa in nome della legge», edito da Il Denaro. «Sul fenomeno delle false testimonianze – afferma – avevamo proposto alcune possibili soluzioni al problema tra cui un’“anagrafe dei testimoni” Ma da allora, nulla è stato fatto. Sono stato addirittura audito anche in Commissione Attività produttive presso il Senato della Reppubblica, illustrando dati e soluzioni possibili; ma evidentemente sono troppi gli interessi e le connivenze che ingrassano le tasche dei “soliti pochi”, a danno della collettività, e che ostacolano il cammino della legalità». «Paradossalmente – conclude Coviello – il sistema assicurativo tende a proteggere il soggetto truffaldino senza fornire alcuna garanzia per l’assicurato. Spesso le compagnie assicuratrici preferiscono pagare il sinistro in odore di truffa, perché difficilmente dimostrabile, e però scaricando sull’utenza finale onesta il costo dell’intera operazione, attraverso il rincaro delle tariffe».


«Giù le mani dai giudici di pace noi siamo i primi a denunciare»

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In prima linea contro i falsi testimoni. Maria Rosaria Saviano, coordinatrice dei giudici di pace di Napoli, lo dice a chiare lettere: «Noi siamo in prima linea nel denunciare abusi e illeciti. Quello dei falsi testimoni è un fenomeno grave che va stroncato. Quando ci accorgiamo che esistono casi sospetti, li segnaliamo immediatamente alla Procura della Repubblica». È già accaduto? «Non una sola volta. Vorrei che sia chiaro a tutti un punto: i giudici di pace sono i primi a denunciare i falsi testimoni, quando questi compaiono in aula. Siamo i giudici dei cittadini, agiamo esclusivamente nel loro interesse. La mia porta di coordinatore è e resterà sempre aperta a tutti». Quanti sono attualmente i giudici di pace che lavorano alla caserma Garibaldi? «Abbiamo un organico che con i suoi 250 posti prevede la sede più grande e più importante d’Italia. I posti effettivamente coperti sono 168». Siete sotto organico… «No, io credo che ogni lavoro – se ben organizzato – riesce a dare i suoi frutti. È vero, soffriamo di carenze strutturali e di personale, ma grazie all’impegno di tutti garantiamo una produttività molto soddisfacente». Cioè? «Nell’arco di un anno garantiamo il raggiungimento dell’80% delle sentenze. Possiamo contare sull’informatizzazione della rete dei computer, e i dati della produttività possono essere consultati. Sfido chiunque a trovare altrove risultati tanto eloquenti e soddisfacenti». In prima linea in una città difficile, insomma. «Difendo l’operato dei miei colleghi, ribadisco che forniamo un servizio eccellente e dico: giù le mani dai giudici di pace. Associarci allo scandalo dei falsi testimoni è una cosa inaccettabile».


Giuseppe Crimaldi

Il Mattino il 23/01/10

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