martedì, Luglio 22, 2025
HomeRassegna StampaLucrino insabbiato, lago in lenta agonia

Lucrino insabbiato, lago in lenta agonia

Una valanga di sabbia nel canale della foce. Mare e lago non si scambiano più le acque. Il Lucrino come il Patria, rischia di morire. Una lenta agonia per il più piccolo dei cinque laghi flegrei, cominciata con l’ultima ondata di maltempo e le mareggiate che hanno trascinato alla foce del Lucrino tanta sabbia che ha provocato un tappo davanti al canale. È allarme tra i residenti della zona, sono preoccupati i proprietari. L’intervento per liberare la zona dalla sabbia di troppo dovrà avvenire entro il giro di qualdche settimana, o sarà troppo tardi. «C’è bisogno di un intervento rapido, o il lago Lucrino rischia di morire definitivamente», dice l’avvocato Dario Cincotti, legale della «Elgea srl», la società che tra mille polemiche dal 2005 è diventata proprietaria dello specchio d’acqua, che venne acquistato per 845mila euro dai precedenti proprietari. Sì, perché da circa tre secoli il lago Lucrino è un bene privato, fatti salvi i numerosi vincoli paesaggistici o ambientali cui è sottoposto. Una questione, quella della proprietà del lago, su cui è aperto un contenzioso che oppone la Elgea e lo Stato. Nel 2007 la Corte di Appello si espresse con una sentenza che attestava la natura privata dello specchio d’acqua. Tale sentenza è stata, però, sospesa in Cassazione, perché nel frattempo l’Avvocatura dello Stato ha presentato un’istanza al Tribunale regionale delle acque pubbliche, nel tentativo di dirimere la questione. Istanza cui la società si è opposta, ritenendo il Trap competente solo per i bacini di acqua dolce, mentre l’acqua del lago Lucrino è marina al 100%. Intanto, oltre che della battaglia giudiziaria, da anni il lago Lucrino è protagonista di un lento insabbiamento, dovuto all’ostruzione del canale di collegamento con il mare, da cui lo dividono poche decine di metri. In occasione delle mareggiate, infatti, l’acqua di mare entra nel lago portando con sé la sabbia. Quando, poi, il mare defluisce, la sabbia resta depositata sul fondo del canale, fino a creare una barriera che separa il lago (ovvero, la laguna che in realtà è) dal mare. Una circostanza, questa, che impedisce il corretto riciclo dell’acqua all’interno del bacino, con ovvie ripercussioni sull’intero ecosistema che ruota attorno a esso. «La questione – dice l’avvocato Cincotti – non è tanto se la laguna sia da intendersi di proprietà privata o pubblica. Per noi è privata, e ci opporremo a qualsiasi sentenza dicesse il contrario. Ma privata o pubblica, cosa cambia? Qui c’è da capire se le istituzioni vogliono salvare la laguna oppure no. Tra l’altro, la società sarebbe disposta anche a liberare il canale a spese proprie, ma nemmeno può farlo perché questo è di proprietà demaniale, e ogni intervento privo di autorizzazione configurerebbe un reato. Poi, mi domando perché chi oggi pone il problema della proprietà del lago e della sua tutela, negli anni ha consentito che intorno al lago venisse posto in essere ogni sorta di reato, come la realizzazione di abusi edilizi o scarichi abusivi?».


Bonifica e recupero la regione punta sui fondi Europei

Alla rinascita del lago Lucrino punta anche la Regione Campania, attraverso il progetto «Grandi laghi flegrei», uno dei 15 grandi interventi presentati all’Ue, in cui sono inclusi anche i laghi d’Averno, Fusaro e Miseno, e che punta a essere finanziato con i fondi Fesr 2007-2013. «La situazione è sotto controllo, non c’è alcuna emergenza al momento», afferma l’architetto Francesco Escalona, presidente dell’Ente Parco dei Campi Flegrei, che tenta di ridimensionare i toni allarmistici sullo stato di salute del Lucrino. Escalona riconosce l’esistenza del problema legato alla presenza di sabbia nel canale di collegamento con il mare, ma ritiene che tale situazione non crei grossi problemi. «C’è la sabbia che si ferma alla foce – dice Escalona – ma in ogni caso l’acqua riesce a passare, in quanto filtrata dalla sabbia . Bisogna tener conto che parliamo di una laguna, per la quale non c’è un livello dell’acqua definito. In ogni caso, la questione è stata affrontata quando è stato chiesto alla Elgea di intervenire e liberare il canale. Ma da un punto di vista ambientale – sottolinea Escalona – non ci sono problemi. Il lago viene monitorato». Il presidente dell’Ente parco lega la risoluzione del contenzioso sulla proprietà del lago Lucrino alla possibilità di un intervento da parte della Regione. «La Regione ha un progetto che riguarda anche gli altri laghi flegrei – dice ancora Escalona – ma c’è un contenzioso ancora in atto tra la Elgea e lo Stato. Mi auguro che si chiuda il prima possibile, in modo che si possa chiedere alla Regione di intervenire».

Luigi Ciccarelli
Il Mattino il 23/01/10