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Berlusconi: «Felice di aver convinto Cosentino a ritirare le dimissioni»

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La partita in Campania non si può perdere. E per farlo le aspirazioni politiche devono lasciare campo alla ‘ragion di patria’. Fino ai sacrifici personali che l’eredità dell’alleanza con l’Udc ha portato con sè. Un quadro che il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, non si è stancato di ripetere con tutti i suoi interlocutori soprattutto in queste ultime 24 ore segnate dallo ‘strappo’ di Nicola Cosentino.

I tempi, sempre più stretti per la volata verso le regionali e le elezioni locali, non hanno però concesso molti spazi alla diplomazia interna del Pdl che, alle prese con dei ‘cosentinianì sempre più agguerriti, alla fine ha dovuto seccamente fermare i continui rialzi della posta in gioco. Coinvolgendo in prima persona lo stesso Berlusconi. Ci sono comunque voluti due incontri in poche ore, oggi, per far in modo che il premier convincesse – una volta per tutte – a far compiere un passo indietro a Cosentino in nome dell’unità del partito.

E verso sera, nonostante un piccolo ‘giallo’ sulle dimissioni ritirate, il deputato campano ha accolto l’invito a restare. Ma quello di Cosentino non è un dietrofront incondizionato. Il coordinatore campano del Pdl – dimessosi ieri dopo che dai leader del partito, Berlusconi e Fini, era arrivato il via libera all’accordo con l’Udc per la presidenza della Provincia di Caserta – stando alle indiscrezioni che trapelano da ambienti a lui vicini, ha chiesto e ottenuto mani libere nella gestione del partito, prima e dopo le prossime Regionali, a partire dalla compilazione delle liste che Berlusconi vuole ‘pulite’, cioè con candidati che non abbiano nessun carico pendente nel casellario giudiziario. Ma non solo. L’esponente casertano del Pdl avrebbe chiesto di essere un punto di riferimento ascoltato anche in caso di vittoria alle prossime Regionali, già nella composizione della nuova giunta regionale a guida Caldoro.

Il leader del Pdl ha incontrato Cosentino due volte in giornata: prima in mattinata nella sala del governo di Montecitorio e poi da solo nel pomeriggio a Palazzo Grazioli, per circa un’ora. Su Berlusconi, che già ieri aveva respinto le dimissioni del sottosegretario, c’è stato il forte pressing dei parlamentari campani che anche stamattina a Montecitorio lo hanno circondato chiedendogli di esercitare la sua capacità di persuasione per ricucire lo strappo.

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«Apprezzo molto che Nicola Cosentino abbia accolto il mio invito a ritirare le dimissioni da membro del governo e da coordinatore regionale – ha detto il premier – dimostrando così quanto gli stia a cuore il futuro della Campania».

«Durante il nostro incontro – ha rivelato – abbiamo stabilito che le liste regionali saranno caratterizzate da una forte presenza di giovani e donne capaci di dare un decisivo contributo al rilancio di una regione fortemente penalizzata da quindici anni di malgoverno della sinistra. A lui va il mio augurio di buon lavoro in un clima di rinnovato entusiasmo».

Ai parlamentari campani in mattinata Berlusconi aveva assicurato anche il proprio impegno in campagna elettorale: «Da Napoli è partito il mio governo e lì tornerò – ha ricordato – per non far mancare la mia presenza al fianco di Caldoro». L’ultima parola è dello stesso Cosentino: «Mi ha fatto cambiare idea la voglia del presidente Berlusconi di cambiare volto a Napoli e alla Campania – ha spiegato in serata appena giunto a Napoli reduce dall’incontro con il premier – e anche le giuste convinzioni e i progetti politici devono fare un passo indietro di fronte ad un interesse principale».



«La necessità di voltare pagina e battere il centrosinistra – ha aggiunto il sottosegretario – non potevano essere messe in discussione per opinioni diverse che possono esserci comunque all’interno di un grande partito come il Pdl. Per questa ragione ho messo da parte le mie idee». Farsa e sceneggiata sono le parole scelte dall’opposizione per commentare il ritiro delle dimissioni, dal Pdci al Pd, passando per il capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, che parla di «sceneggiata per giochi di potere interni al Pdl campano».


In casa Pdl, invece, tutti ad applaudire Cosentino. Tocca a lui, con una stretta di mano al candidato Udc a Caserta, Domenico Zinzi, mettere la parola fine a un tormentone che rischiava di essere destabilizzante per il Pdl, e non solo a livello locale.

Il Mattino il 20/02/10

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