Il bradisismo si fa risentire. Paura ieri sera per uno sciame sismico non forte ma intenso, che comunque non ha provocato alcun danno. Quaranta minuti di fuoco, dalle 18,10 alle 18,50, un centinaio di microscosse scandite da sordi boati, avvertiti distintamente nell’area epicentrale del vulcano flegreo, fra la Solfatara, la collina dell’Accademia aeronautica e l’oasi di Pisciarelli, ad Agnano. Molti, temendo il peggio per il continuo tremore di vetri e finestre, hanno lasciato le case e sono scappati in strada. Molti altri hanno tempestato i centralini dell’Osservatorio vesuviano, della Protezione civile, dei carabinieri. Immediato l’intervento del centro di sorveglianza dell’Istituto di geofisica e vulcanologia, che ha effettuato rilievi sui sismografi della Solfatara e sui campioni di gas delle fumarole. Pur seguendo attentamente l’evoluzione del fenomeno, i ricercatori dell’Osservatorio hanno escluso qualsiasi motivo di allarme. Lo stesso movimento del suolo, che regola l’attività del bradisismo, è apparso costante negli ultimi mesi in tutta l’area flegrea. Manifestazioni assolutamente normali, anzi fisiologiche, di un fenomeno naturale che ha scritto la storia dei Campi Flegrei, come si sa, attraverso i millenni. «La terra di Pozzuoli, dopo la grave crisi dei primi anni Ottanta, è sottoposta da alti e bassi di relativa portata, per nulla preoccupanti», spiega il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Marcello Martini. «Sciami sismici anche di maggiore intensità, sono del tutto naturali in una zona vulcanica attiva come quella dei Campi Flegrei. Le scosse sono di entità lievissima, quasi tutte inferiori ad un grado di magnitudo. Più paura certo hanno provocato i boati, perché le fratture della crosta terrestre sono avvenute a livelli molto superficiali, a meno di due chilometri di profondità. Facile capire le conseguenze emotive sulla popolazione quando si verificano eventi particolari come quello di ieri sera». Dalla prefettura sono stati attivati tutti i servizi di pronto intervento. Quaranta minuti di emergenza, poi per fortuna le scosse sono cessate e il fenomeno è rientrato, esattamente come avvenne tre anni fa, ad ottobre, quando uno sciame sismico provocò giorni di tensione a Pozzuoli e nell’area flegrea. Nessun danno al patrimonio abitativo, come accennato, per la lieve entità delle scosse e la buona tenuta degli edifici, realizzati nella zona alta della città. I rilievi gravimetrici, geochimici, geofisici saranno intensificati, non soltanto nella Solfatara. Ma notizie tranquillizzanti sono arrivate già ieri sera, come accennato, dal responso delle analisi effettuate sui campioni delle fumarole, della Solfatara e di Agnano. Tutto normale, per il momento, la terra ballerina flegrea non ha ripreso a sollevarsi e a minacciare.
Franco Mancusi
Il Mattino il 31/03/10
Quell’energia dal magma di profondità che scalda il tufo
I fenomeni del bradisismo sono legati all’attività dell’ultimo nucleo di magma localizzato nelle profondità della caldera vulcanica dei Campi Flegrei. Il surriscaldamento degli strati superficiali di tufo provoca fasi alterne di sollevamento e di abbassamento del suolo, nella zona di Pozzuoli ad alta densità demografica. Il fenomeno, conosciuto dalle antiche comunità che abitavano la città greca di Dicearchia e la romana Puteoli, provocò trasformazioni profonde anche nell’ultimo millennio, sino alle vicende dei nostri giorni. Quarant’anni fa l’esodo in massa dal Rione Terra, successivamente la grande fuga dall’intero centro antico puteolano. Oggi il bradisismo non è soltanto motivo di attrazione storica e culturale, ma rappresenta una risorsa di straordinaria importanza scientifica. Lo studio della geotermia, rappresenta un capitolo di enorme interesse per la comunità scientifica di tutto il mondo. A Pozzuoli potrebbe essere realizzato un centro di produzione di energia alternativa e un polo geotermico di valenza internazionale. Fra qualche settimana saranno aperti i cantieri per la realizzazione di un tunnel sperimentale che dovrà misurare le temperature nelle profondità del golfo di Pozzuoli. Sarà il primo passo verso la creazione del nuovo polo scientifico progettato dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Il Mattino il 31/03/10
Nei millenni l’altalena della terra ardente
Dopo due millenni di sostanziale abbassamento (significative le testimonianze archeologiche della città sommersa romana) la terra ballerina flegrea riprese a sollevarsi nel quindicesimo secolo. L’ultima eruzione vulcanica, nel settembre del 1538, provocò la nascita del Monte Nuovo. Due le fasi di emergenza del nostro tempo: nei primi anni Settanta, con le scosse che provocarono lo sgombero del Rione Terra, e la successiva crisi degli anni Ottanta, quando per le scosse di terremoto incalzanti fu necessario allontanare l’intera comunità del centro antico puteolano (trentamila abitanti) nel nuovo quartiere periferico di Monterusciello. Nel corso delle due fasi di emergenza, dal Settanta ai primi anni Ottanta il suolo nella zona dell’epicentro si sollevò di ben 182 centimetri. L’incalzare dei terremoti fece temere il peggio sul finire dell’83. Poi però la pressione del magma concesse una tregua e l’allarme cessò. Nessuna eruzione, ma l’emergenza nell’area vulcanica flegrea non si attenuò. Insieme con il comprensorio vesuviano la zona dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dai centri di ricerca scientifica più prestigiosi del mondo. Negli ultimi anni sciami sismici e fenomeni indotti si sono ripetuti senza provocare più alcun danno.
Il Mattino il 31/03/10