Conte sotto tiro. Mister diecimila preferenze, una grave condanna per camorra sulle spalle, si è ricandidato ed è stato rieletto. Accuse e polemiche anche ieri: perfino il procuratore nazionale Grasso è intervenuto per sottolineare la gravità della vicenda. Consigliere regionale dl, poi pd, Conte decade perché condannato in primo grado a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Eppure le urne l’hanno premiato e lui potrebbe tornare a occupare uno scranno al consiglio regionale nella maggioranza Pdl. «Ritengo politicamente inconciliabile la presenza in Consiglio di Roberto Conte, innanzi tutto per motivi politici e poi per le vicende giudiziarie che lo riguardano». Così il neo governatore Stefano Caldoro ha risposto a chi gli ha posto il caso della rielezione in una lista alleata del Pdl dell’ex consigliere regionale condannato in primo grado per associazione esterna di stampo mafioso. «Io sono garantista – ha precisato Caldoro – ma nel suo caso c’è un problema che è innanzi tutto di natura politica. Dopodichè – ha aggiunto – c’è una legge da rispettare e pensiamo che sarà rispettata in modo rigoroso». In campagna elettorale Caldoro aveva chiesto il ritiro della candidatura di Conte dicendosi disposto a rinunciare all’incarico in caso di sua elezione, qualora i voti del consigliere regionale fossero risultati decisivi. E sulla vicenda è intervenuto anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, a margine della conferenza stampa sull’arresto del padre e del fratello del boss dei Casalesi Zagaria: «Mi colpisce la volontà popolare come cittadino. Come magistrato ognuno farà le proprie attività istituzionali». Di più Grasso non dice ma il suo pensiero sulla vicenda è fin troppo chiaro. Resta da capire come andrà a finire questa vicenda che mette in imbarazzo il neo governatore e che scatena ancora attacchi da parte dello sconfitto Enzo De Luca. Lui, il diretto interessato, quasi si mostra meravigliato di quanto sta accadendo. E prova a difendersi rompendo il silenzio alzato alla presentazione delle liste elettorali. «Non credo che 11mila persone mi hanno votato solo perché sono improvvisamente impazzite. La mia è solo una candidatura di servizio, per dimostrare che politicamente esisto ancora e – dice Roberto Conte – che c’è ancora gente che crede in me. Perché prendere quasi 11mila preferenze con un partito che ne ha prese, in totale, 39mila significa essere uno dei consiglieri, in proporzione, più votati d’Italia». E pure sulla condanna spiega: «Non capisco quest’odio e quest’accanimento contro di me. Si dovrebbe essere innocenti sino all’ultimo livello di giudizio, eppure con me basta il primo grado per crocifiggermi». Conte afferma di sentirsi un «capro espiatorio». Non fa nomi, tuttavia, e non circoscrive i fatti. Per Conte potrebbe arrivare adesso un provvedimento di sospensione del Consiglio dei ministri o del prefetto.
(re.cro. – Il Mattino il 01/04/2010)
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