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HomeRassegna StampaPozzuoli. Cento scosse poi la calma, ma resta alta l'attezione

Pozzuoli. Cento scosse poi la calma, ma resta alta l’attezione

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Encefalogramma piatto. Neppure un sussulto strumentale, tutto calmo dopo l’intenso sciame sismico che l’altra sera ha improvvisamente gettato nel panico gli abitanti della zona alta di Pozzuoli. Più di cento microscosse nel giro di quaranta minuti una sequenza infernale, scandita dai boati provenienti dalla Solfatara. Niente di strano o di grave, nessun danno alle case, allarme rientrato in meno di un’ora. Molti, però, hanno ceduto all’emozione, vedendo tornare il fantasma della perenne emergenza che nel mese di ottobre dell’83 provocò l’esodo in massa dall’intero centro antico di Pozzuoli, dopo la fuga dal Rione Terra del marzo 1970. Normale attività vulcanica, soltanto uno sciame sismico di carattere superficiale, avvertito dalla popolazione ma per nulla devastante. Tranquilla la comunità scientifica che sorveglia giorno e notte Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia. «Con questi fenomeni bisogna fare i conti ogni giorno, abituandosi a convivere con i rischi perenni del vulcano», ripetono i «guardiani» dell’Osservatorio Vesuviano. Ma non è facile accreditare il messaggio della normalità quando arrivano cento-centocinquanta scosse a far vibrare vetri, porte, finestre. Tanto meno è giusto sottovalutare il diritto alla paura, che non colpisce soltanto i cittadini di Pozzuoli e dell’area flegrea, ma anche l’opinione pubblica delle zone circostanti. Da due o tre anni il bradisismo non dava segni d’inquietudine le tensioni si erano progressivamente stemperate negli ultimi tempi, tanto da accentuare l’interesse per i progetti di «riconversione produttiva» dei fenomeni legati ai disastri naturali del comprensorio. Con il rilancio dei piani turistici finalizzati alla riapertura del Rione Terra e del centro storico puteolano, ecco emergere la possibilità di trasformare le forze che periodicamente scuotono il suolo della terra flegrea in energia alternativa pulita, tale da far nascere a Pozzuoli uno dei campi di ricerca geotermica più importanti del mondo. Per fortuna la dura lezione del passato comincia a dare risultati concreti perché, superato l’istintivo impatto con le nuove scosse e con i boati della Solfatara, la vita è tornata perfettamente normale a Pozzuoli nel giro di qualche ora. E neppure gli abitanti delle periferie si sono accorti dell’ultima, improvvisa scintilla di emergenza. I sistemi di sorveglianza saranno ancor più intensificati nei prossimi giorni, ma i rilievi già effettuati nelle zone dell’epicentro del bradisismo (fra la Solfatara, l’oasi di Pisciarelli, ad Agnano, e sulla collina dell’Accademia aeronautica) sono per il momento tranquillizzanti. Nessuna variazione si registra sul movimento del suolo, costante negli ultimi dieci anni. A fine mese, intanto, nella sede della Protezione civile nazionale, si riunirà la speciale commissione tecnico-scientifica incaricata di predisporre il piano di sicurezza per fronteggiare qualsiasi emergenza nei Comuni interessati dagli effetti del bradisismo: Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, oltre ai quartieri periferici occidentali del capoluogo. Da affrontare problemi logistici e urbanistici di non facile soluzione, considerando che i periodi di tregua non possono durare in eterno. In particolare dovranno essere affrontati , come già nel caso del comprensorio vesuviano, gli aspetti legati alle possibili vie di fuga, alla perfetta funzionalità dei porti, delle stazioni ferroviarie, delle vie di collegamento con la rete autostradale nazionale.


Franco Mancusi

Il Mattino il 01/04/10

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