Comunicato Stampa di CIA
CONFEDERAZIONTE ITALIANA AGRICOLTORI
NAPOLI – Presentato a Taormina il marchio “Res Tipica”. Nasce il primo marchio di tutela per le specialità agroalimentari partenopee.
L’iniziativa della Cia e della Camera di Commercio di Napoli è stata lanciata nell’ambito della manifestazione “Un mare di sapori”, organizzata dalla Cia nella città siciliana in concomitanza con la riunione informale dei ministri europei dell’agricoltura e conclusasi ieri.
Il marchio è stato pensato per difendere specialità come la mozzarella di bufala dai falsari internazionali, che inquinano i mercati con imitazioni fatte in Cina e Argentina. “Res Tipica” segnalerà ed attesterà l’autenticità dei prodotti campani in Italia e nel mondo.
I falsi prodotti tipici italiani venduti in tutto il mondo sottraggono ogni anno all’agricoltura 2 miliardi di euro. Il 10 per cento delle perdite è a carico della Campania.
“Servono garanzie precise per i consumatori”, spiega il presidente Provinciale partenopeo della Cia, Vincenzo Califano, che ha fatto parte della commissione ministeriale contro l’agro-pirateria. “La lista dei prodotti campani nel mirino della contraffazione mondiale è lunga. Si va dal limoncello ai pomodori San Marzano fino ai fichi secchi del Cilento”.
“Ogni anno, i falsari del gusto sottraggono 2 miliardi di euro all’agricoltura italiana, due milioni di euro alla sola Campania -spiega il vicepresidente provinciale Cia, Gaetano Gargiulo-. Accanto ai prodotti della trasformazione del latte, sono a rischio-pirateria l’olio extravergine campano e i pomodori: in Catalogna, ad esempio, operano aziende che inscatolano pomodori sotto l’etichetta ‘Saint Marzano’ o ‘S. Marzano’ che, diffusi sui mercati Usa, canadesi e australiani, traggono in inganno i consumatori. Il tutto mentre siti web in lingua inglese propongono a getto continuo improbabili formaggi campani sotto marchi e nomi che ricordano il Provolone”.
Il marchio “Res Tipica” dovrà promuovere, valorizzare e tutelare in Italia e all’estero le produzioni agroalimentari campane. Dalla pera “pertecata” di Agerola al fior di ricotta prodotto a Torre Annunziata fino alla scamorza di bufala di Giugliano e dell’area Domitia. Ma anche l’amarena di Colle San Pietro, il Diavoletto (formaggio affumicato al peperoncino dei Monti Lattari), e il Burrino della Penisola Sorrentina. La Cia e l’ente camerale presieduto da Gaetano Cola scendono in campo per tutelare le specialità del Napoletano, anche quelle meno conosciute, in collaborazione con i Comuni della Provincia. Il progetto “Res Tipica” prevede, infatti, la costituzione di albi di tutela dei prodotti agricoli presso i Comuni: “L’obiettivo — racconta il presidente della Cia partenopea, Vincenzo Califano — è salvaguardare specialità di nicchia e tradizioni locali”.
L’operazione sarà portata a termine con il contributo dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni d’Italia.
“Ci candidiamo – spiega il presidente dell’ente camerale, Gaetano Cola – ad affiancare gli enti locali in un’opera di monitoraggio del loro patrimoni”.
L’iniziativa servirà anche a rilanciare specialità dimenticate come il Folloviello, dolce natalizio sorrentino fatto di uva passa secca avvolta in foglie di fico arrostite.
24 settembre 2003


