La gestione dei beni confiscati diventa un caso, ora anche giudiziario. Nel braccio di ferro tra amministrazione comunale e Consorzio Sole sul destino della struttura, di cui il Comune ha intenzione di richiedere la riassegnazione, e dopo il pasticciaccio di autorizzazioni che aveva portato alla revoca della licenza del servizio di riabilitazione per trenta disabili – che aspetta di essere riaggiudicato un bando di gara comunale – ora si innesta la denuncia alla Procura della Repubblica del rappresentante di una delle cooperative che aveva chiesto di poter utilizzare uno spazio nell’ex villa bunker, all’interno del complesso immobiliare intitolato al poliziotto ucciso nell’82, Antonio Ammaturo, sulla circumvallazione esterna. La denuncia alla Procura era scattata in seguito alla richiesta di un corrispettivo in danaro dalla Fondazione Marotta, alla quale il Consorzio Sole aveva affidato la struttura nel 2007. «Prassi normale, quel contributo serve per tenere aperta la struttura e fronteggiare le spese», dicono dalla fondazione. Per le cooperative locali, invece, così viene sacrificato lo spirito sociale. «Non si agevolano i giovani del posto nella produzione di reddito pulito se si applicano le stesse condizioni dei privati o addirittura più elevate», attaccano. Insomma, la questione diventa sempre più spinosa. «La signora Del Rio, responsabile della Fondazione, ritiene la struttura di sua proprietà – dice Alessandro Derviso, presidente della cooperativa “Sol del Sur” – E fissa i prezzi da pagare in base alla metratura delle stanze. Dai 350 ai 450 euro. Per noi si tratta di spese di fitto, mascherate da contributi volontari con prezzi addirittura superiori a quelli di mercato». I giovani avevano anche chiesto quello che si chiama “start up”, cioè un periodo di prova gratuita per verificare se la loro impresa culturale fosse stata in grado di fare profitto. Agevolazione che era stata concessa a chi gestisce palestra, piscina e punto ristoro. «Chiariamo subito una cosa: qua noi non lucriamo, finora ci abbiamo solo rimesso. Quando abbiamo aperto, siamo stati disponibili a soprassedere sul versamento dei contributi perché assieme alle cooperative che c’erano all’inizio ci siamo sobbarcati degli oneri di avviamento – dice Lidia Mercurio, moglie del presidente della Fondazione e responsabile delle attività – Adesso ci sono molte spese e non possiamo ospitare gratuitamente le cooperative. I costi di gestione sono elevati». E dalla fondazione non hanno problemi a quantificare le spese. Settemila euro mensili per guardiania diurna e notturna, luce, acqua e riscaldamento. «Non è questo un luogo dove trarre profitto e la richiesta di partecipare alle spese è prevista anche nella convenzione», dice Lucia Rea, direttore del Consorzio Sole. Finora non sono serviti gli incontri in Provincia per mettere pace tra Consorzio Sole e Comune. «La politica che sto portando avanti è la proposta di giunta di rassegnazione dei beni al Comune – dice il sindaco Giovanni Pianese –. È intollerabile che una struttura venga affidata a una fondazione che non c’entra nulla con il nostro territorio e poi viene data in subaffitto alle cooperative locali. Il Comune se ne vuole assumere la gestione diretta». Intanto, l’ufficio tecnico sta studiando la convenzione stipulata col ministero per verificare se è vero che la gestione deve rimanere legata al Consorzio Sole per non perdere i fondi Pon. Intanto, la proposta, che fa storcere il naso anche all’opposizione, sta per approdare in Consiglio comunale. La discussione si annuncia animata e dal Consorzio Sole si dicono pronti al contenzioso se il Comune dovesse andare avanti su questa strada.
Il Mattino il 21/04/10
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