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giovedì, Marzo 28, 2024
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sofer, gli ex dipendenti sul piede di guerra

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di ANDREANA ILLIANO





Sono pronti a scendere in piazza e a restare lì, in sit-in, all’ingresso della Sofer di Pozzuoli, chiusa qualche settimana fa. Lotteranno contro il decreto legge, approvato dal consiglio dei ministri, lo scorso 29 settembre, che cancella, in un sol colpo, le battaglie per il riconoscimento previdenziale, dovute all’esposizione d’amianto.
La memoria dei morti ammazzati dal cancro ai polmoni, provocati dai veleni della fabbrica, non servirà più a nulla. E non è tutto, resteranno senza lavoro e pensione i 200 ex operai Sofer, con 33 anni di lavoro, messi in mobilità per due anni dall’azienda, in attesa di pensione. La legge adesso detta regole nuove. Il governo abbatte il riconoscimento delle rivalutazioni dei periodi di esposizione di oltre 10 anni del 50%. Chi ha respirato amianto avrà qualche soldo in più, ma dovrà completare il ciclo lavorativo di 35 anni. Vale a dire che dovranno cercarsi un’altra occupazione regolare i 200 dipendenti della Sofer in mobilità, licenziati prima del tempo stabilito per permettere alla Finmeccanica di chiudere lo stabilimento flegreo e trasferire una parte dei dipendenti a via Argine, a Napoli. A loro era stato promesso altro. Secondo gli accordi sindacali, dopo due anni di mobilità, avrebbero avuto diritto alla pensione, grazie alla legge sull’esposizione all’amianto. Ora non è più così, sono disoccupati, senza diritti, e la loro età media va dai 55 ai 58 anni.
«Tutti dovranno ripresentare entro 8 mesi una nuova domanda all’Inail di residenza per verificare l’esposizione a 100 fibre litro medie annue per 8 ore al giorno, aspettando due mesi in attesa delle modalità d’assunzione del Ministero del Lavoro», è scritto in un volantino della segreteria nazionale della Fiom. A Pozzuoli la fibrillazione è già cominciata. Nella sede dell’associazione Auser di piazza della Repubblica che unisce tecnici e sindacalisti esperti in materia amianto, si sono presentati già un centinaio di persone. Si tratta di lavoratori in mobilità, mandati a casa qualche mese fa. «Ci alle forze politiche del centrosinistra affinché ottengano, in tempi brevi, un incontro col ministro del Lavoro», dice Franco Cammino, responsabile dell’associazione Auser che ha già rappresentato 3500 lavoratori, nelle aule dei tribunali. D’altronde la Sofer è l’unica fabbrica in Italia ad aver visto riconoscersi il periodo maggiore di esposizione all’amianto.
«Convocheremo d’urgenza un consiglio comunale per far sentire la nostra voce», ribatte Tito Fenocchio, capogruppo dei Ds.
«Non lasceremo soli i sindacati, ma è necessario che deputati e senatori della Campania ci diano una mano» dice il sindaco Vincenzo Figliolia.
«Martedì presenterò un ordine del giorno al Consiglio provinciale che abbia come tema la situazione degli operai in mobilità, mandati via dalla Sofer, a cui viene negato l’esposizione all’amianto. I patti sindacali vanno rispettati» avanza Filippo Monaco, consigliere provinciale.





IL MATTINO- 4 OTTOBRE 2003

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