PUBBLICITÀ
HomeRiceviamo e pubblichiamolavoro, la cigl: «assistenza, no grazie»

lavoro, la cigl: «assistenza, no grazie»

PUBBLICITÀ

FILCAMS – CIGIL / RR.SS. SMA -CAMPANIA
COMUNICATO STAMPA





NAPOLI – Si è svolta ieri mattina, presso i locali della FILCAMS-CGIL in
Piazza Garibaldi, la conferenza stampa dei delegati di azienda della S.M.A.
CAMPANIA.
L’iniziativa è stata promossa per far fronte alla fase delicata che si
sta aprendo per l’azienda succitata.
La SMA è una azienda mista costituita dalla Regione Campania per
stabilizzare circa 650 lavoratori ex L.S.U. sparsi in tutta la regione. Il
socio privato, che ha il 51% delle quote societarie e che per questo ne ha
anche la gestione, è legata al gruppo “INTINI” con sede a Bari e con aziende
sparse in diverse regioni.
L’iniziativa è finanziata, oltre che dalla Regione Campania, anche da
due ministeri: quello del Lavoro e quello dell’Agricoltura. A tal proposito
c’è da dire che i Ministeri in questione non hanno ancora provveduto ad
inviare alla Regione Campania le loro quote di finanziamento, che è il 50%
dell’intera somma stanziata che è di complessivi 15 milioni di Euro all’anno
e per cinque anni.
Il principale settore di intervento della SMA è quello legato alla
lotta ed il contrasto degli incendi boschivi, problema quanto mai attuale
dopo una estate come quella appena trascorsa. Già da due anni i lavoratori
della SMA intervengono contro gli incendi, talvolta da soli, talvolta a
supporto delle altre forze incaricate di contrastare gli incendi boschivi.
Questa estate sono stati più di 1.500 gli interventi operati dai lavoratori
SMA. I lavoratori sono impegnati per 30 ore di lavoro settimanale per uno
stipendio mensile di circa 700 Euro.
Purtroppo, però, la scarsa dotazione di automezzi anti-incendio, solo
un automezzo su quattro dispone di sistema antincendio vero e proprio, l’
inadeguatezza degli strumenti di comunicazione, le radio di cui sono dotati
gli automezzi non sono funzionanti e le comunicazioni sono affidate ai
cellulari che spesso sono fuori campo, una organizzazione del lavoro spesso
improvvisata e carente sul piano tecnico, rendono il servizio svolto
efficiente solo al 30% o 40% delle potenzialità reali. Perfino le dotazioni
individuali come tute, scarpe e quant’altro, risentono, per qualità e
funzionalità di una gestione aziendale mirata alla massima economia
piuttosto che alla fornitura di un servizio di qualità all’altezza dei
rischi che si corrono durante le operazioni contro il fuoco. Si può dire
insomma che solo grazie alla straordinaria capacità dei lavoratori di
“autorganizzarsi” l’azienda riesce a fornire alla collettività un servizio
appena accettabile. La stessa preparazione professionale che è stata
impartita ormai due anni fa è stata insufficiente ed a tratti scadente.
Ma se durante i mesi estivi la grande capacità di “fare da soli”, che
caratterizza i lavoratori napoletani e campani, riesce in qualche modo a
nascondere le carenze e le inadeguatezze di una azienda che non riesce a
decollare, i problemi veri si manifestano dopo la chiusura del periodo
legato all’emergenza estiva.
Il periodo di massima allerta antincendio è fissato per decreto e
generalmente va da metà giugno a metà ottobre. Passato tale periodo si
evidenziano tutti i limiti e tutte le difficoltà della SMA a qualificarsi
come azienda produttiva vera e propria. La convenzione che regola i rapporti
tra la Regione Campania e la SMA, prevede che durante i mesi autunnali e
fino all’apertura della successiva fase di emergenza antincendio, i
lavoratori svolgano attività di prevenzione attraverso la manutenzione delle
aree boscate demaniali. Ma, denunciano i delegati CGIL della SMA, l’azienda
non si è mai dotata di un serio piano di attività legate appunto alla
manutenzione boschiva. Alla domanda precisa su che cosa fanno i lavoratori
durante i mesi invernali, la risposta dei rappresentanti della CGIL è
altrettanto precisa: “Nulla o quasi nulla”. Talvolta sono essi stessi, cioè
i lavoratori, a cercarsi delle attività da svolgere presso comuni o altri
Enti pur di non sottostare alla umiliante condizione di nulla facenti.
Insomma, dal racconto dei rappresentanti CGIL, emerge un quadro serio
e preoccupante perché, ci dicono, il lavoro finto non garantisce alcuna
certezza per il futuro e visto che le aziende miste hanno una durata
determinata nel tempo, se non vi è un consolidamento delle attività e la
capacità di stare sul mercato dei servizi di qualità, il futuro ci appare
grigio e preoccupante.
Alla domanda su come si potrebbe sintetizzare il contenuto della loro
iniziativa, ci rispondono con fermezza: “La questione di fondo che
intendiamo porre è sempre la stessa, cioè per quale ragione ogni volta che
nel mezzogiorno si immettono risorse pubbliche nel circuito produttivo dei
servizi queste risorse finiscono per tramutarsi in forme di assistenza non
richieste e non desiderate”.
Alla nostra domanda finale circa le responsabilità di una simile
situazione, la risposta dei delegati CGIL è secca e precisa:”La Regione
Campania ha stanziato risorse per creare una azienda produttiva rivolta a
servizi di qualità, ma la SMA si è trasformata in un erogatore di assistenza
autoritaria”.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ