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martedì, Giugno 25, 2024
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Nuvoletta, l’avvocato Trupiano faccia a faccia con il giudice

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di DARIO DEL PORTO




Con l’interrogatorio dei primi indagati l’inchiesta sulle ramificazioni del clan Nuvoletta di Marano entra nella sua seconda fase. E ieri, davanti al giudice Giuseppe De Carolis, è comparso anche Vittorio Trupiano, l’avvocato finito in cella per concorso esterno in associazione camorristica, coinvolto nelle indagini con riferimento alla candidatura alle Politiche del 2001 nelle file della Fiamma tricolore.
Secondo l’accusa (il pm Giuseppe Borrelli) il penalista avrebbe pattuito con esponenti della cosca malavitosa sostegno elettorale in cambio di un impegno per far abolire il 41 bis, la disposizione dell’ordinamento penitenziario che disciplina il carcere duro per i boss. Assistito dall’avvocato Sergio Simpatico, Trupiano ha respinto tutte le contestazioni nel corso di un faccia a faccia durato circa un’ora. Ma andiamo con ordine. Agli atti, gli investigatori hanno allegato centinaia di pagine di intercettazioni telefoniche e ambientali. Dalle conversazioni è emerso, fra l’altro, che Gaetano Iacolare, condannato a ventotto anni per l’omicidio Siani e indagato anche in questo procedimento, avrebbe stampato circa 7000 bigliettini elettorali per Trupiano e che persone a lui vicine si sarebbero impegnate direttamente per sostenere la candidatura dell’avvocato. Ad esempio, dicendo ad amici e conoscenti di votare per Trupiano «in quanto – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Ceppaluni – deve fare un favore a Gaetaniello». E a molte persone viene detto di votare per il penalista proprio perché il candidato «è l’avvocato di Gaetaniello». In un altro colloquio, uno degli interlocutori dice: «Abbiamo da portare una persona solo per esigenze familiari». Fin qui le accuse. Trupiano però non ci sta e si difende. Non ho stipulato alcun patto elettorale, ha spiegato nell’interrogatorio, d’altra parte non ne avevo alcun bisogno. Quando mi sono presentato alle elezioni (senza peraltro essere poi eletto) non difendevo Angelo Nuvoletta.
Non ho mai difeso Luigi Baccante, altro esponente di spicco della cosca, ma solo Gaetano Iacolare, il quale neppure in questo momento, ha precisato il legale, è sottoposto al regime di 41 bis. E in ogni caso, ha rimarcato, il referendum per il quale stavo raccogliendo le firme prevedeva l’abolizione del carcere duro solo per imputati o indagati, non per i condannati definitivi, come Iacolare e Nuvoletta. Trupiano ha poi aggiunto di aver riportato a Marano poco più di mille preferenze, troppo poco per chi avrebbe potuto contare sul sostegno della camorra vincente. A conclusione dell’interrogatorio, l’avvocato Simpatico ha presentato istanza di scarcerazione motivata sia nel merito, per carenza di gravi indizi, sia sulle condizioni di salute dell’indagato. L’istanza dovrà essere valutata dal gip Giovanna Ceppaluni, che ha emesso la misura cautelare. Il presidente della Camera penale di Napoli, Antonio Briganti, inizialmente indicato come difensore da Trupiano, ha comunicato ieri mattina con un telegramma l’intenzione di non accettare l’incarico.



http://ilmattino.caltanet.it/hermes/20031023/NAZIONALE/CAMPANIA/APRE.htm





INTERROGATI I DUE FIGLI DEL PADRINO UCCISO: «Avete sbagliato persona»
Il fratello: «Io non parlerò»





Hanno 24 e 22 anni. Sono fratelli, portano nomi «ingombranti», ora sono in carcere con l’accusa di rivestire un ruolo di primo piano nella gerarchia del clan camorristico fondato dai loro familiari più stretti.
Giovanni e Lorenzo Nuvoletta sono i figli di Ciro, ucciso nell’assalto alla masseria di Poggio Vallesana del 1984. L’inchiesta del pool anticamorra punta l’indice in modo risoluto nei loro confronti. Agli atti, oltre alle intercettazioni, ci sono anche le dichiarazioni del pentito Salvatore Izzo. Tra i due sarebbe Giovanni, il più grande, ad aver percorso una carriera criminale denotata, secondo il giudice, «da grande brillantezza». Ieri i fratelli sono stati interrogati dal giudice Giuseppe De Carolis alla presenza degli avvocati Giuseppe Carandente Giarrusso e Giovanni Abbate. Lorenzo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Giovanni invece ha risposto e si è difeso con grande energia. Ha parlato di «equivoco se non addirittura di errore di persona». E si è detto disposto anche a un confronto o a una perizia fonica per dimostrare la propria estraneità ai fatti. Ora gli avvocati prepararano ricorso al Riesame.
d.d.p.




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PIANO PER BLOCCARE IL PENTITO
E DOMANI TOCCA A DONZELLI





Sarà interrogato domani dal giudice l’avvocato Carmelo Donzelli, il penalista indagato per favoreggiamento aggravato con riferimento ai tentativi che sarebbero stati posti in essere per indurre il pentito Massimo Tipaldi a recedere alla strada della collaborazione. Donzelli è assistito dagli avvocati Antonio Briganti e Michele Cerabona. Alle pressioni esercitate per indurre il collaboratore della giustizia a fare marcia indietro è dedicata un’ampia parte dell’ordinanza del gip Ceppaluni. Agli atti sono citati anche altri episodi oltre a quello che coinvolge Donzelli. Tipaldi ha riferito di essere stato avvicinato nel carcere di Poggioreale da uno psichiatra, Felice Zoena (nei cui confronti, ma nell’ambito di un diverso procedimento, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio) e anche alcuni familiari del pentito sono stati oggetto di minacce.




INDAGINI SU UN CENTRO TURISTICO ALLE CANARIE


Per le imprese del clan
il business è a Tenerife
Un centro turistico elegante, pubblicizzato su internet, realizzato a Tenerife, una delle più accorsate località dell’arcipelago spagnolo delle Canarie. A costruire quegli appartamenti, secondo la procura di Napoli, sarebbero state persone legate al clan Nuvoletta di Marano. Di questo affare parla diffusamente l’inchiesta sfociata martedì mattina nella emissione di 33 ordinanze di custodia cautelare. I lavori sono iniziati nel febbraio del 2001 e sono terminati nel settembre di quello stesso anno. Gli appartamenti sono stati poi venduti anche approfittando delle maglie piuttosto larghe della legislazione internazionale in materia. Su questa attività edilizia, gli investigatori napoletani hanno lavorato in stretto collegamento con la polizia spagnola. D’altra parte, proprio a Tenerife, nel marzo del 1998, era stato arrestato l’imprenditore Giuseppe Felaco, uno dei destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal giudice Giovanna Ceppaluni.
Dalla documentazione sequestrata in quella occasione dalle forze dell’ordine iberiche, evidenzia il gip, «era possibile evincere un coinvolgimento diretto» nella realizzazione del complesso turistico di persone considerate «esponenti di spicco» del clan Nuvoletta, Luigi Esposito e Antonio Orlando. Proprio costoro risultano aver eletto domicilio, nel 1997, a Tenerife, nella stessa località dove è stato costruito il complesso edilizio. Dagli accertamenti della Dia è emerso che i lavori erano seguiti direttamente da un altro indagato, Armando Orlando. La polizia spagnola, dopo l’arresto di Felaco, ha acquisito inoltre atti riguardanti una serie di movimentazioni economiche e anche in inventario degli appartamenti del complesso edilizio. Anche dalle intercettazioni disposte durante l’inchiesta sono emersi, a giudizio degli inquirenti, elementi dai quali emergerebbe «la cointeressenza di Esposito, Orlando nonché altri appartenenti al clan Nuvoletta nelle attività imprenditoriali di Felaco».
d.d.p






«Niente sbirri in famiglia»



Lo spunto emerge da un delle intercettazioni allegate agli atti dell’inchiesta sulle ramificazioni della malavita organizzata di Marano: il fidanzamento tra la figlia di un esponente del clan e un ragazzo imparentato con ufficiali dei carabinieri viene commentata assai negativamente dagli interlocutori, decisi a opporsi con tutte le forze a quella relazione indesiderata. Una delle due persone intercettate, per rafforzare la propria tesi, sostiene addirittura che era loro compito «distruggere gli sbirri».





da IL MATTINO- GIOVEDì 23 OTTOBRE 2003

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