GIUGLIANO. Un intero quartiere isolato, oltre sessanta famiglie bloccate dalla pioggia che ha allagato l’unica via d’accesso. Succede a Ponte Riccio, dove gli abitanti del vicinale Trenga vivono da reclusi nei giorni di pioggia. L’unica via d’accesso al quartiere passa, infatti, sotto i binari della ferrovia Napoli-Villa Literno. Un passaggio sottoposto al livello stradale di appena due metri, stretto e angusto. “Questa strada dimenticata da tutti mi sta mandando in rovina”. Carlo Guarino, titolare di un’azienda agricola, lancia il suo grido d’allarme: “La strada è impraticabile, nelle scorse ore il livello dell’acqua è salito ad un metro. Le vie alternative sono anch’esse impercorribili: neanche i trattori riescono a passare. Troppo fango, un pantano”. La protesta di Guarino non è isolata. Sul piede di guerra ci sono i residenti dell’intero quartiere alla periferia di Giugliano. “Gli amministratori si sono dimenticati di noi. Hanno trascurato anche la manutenzione ordinaria”, dicono. “E’ da giorni che segnaliamo il disagio – spiega Rosanna De Marco, vicepresidente del comitato Ponte Riccio -. Polizia, carabinieri, vigili del fuoco e Comune fanno orecchie da mercanti: tutti pronti a scaricare le responsabilità. Nessuna autobotte ha ancora provveduto a liberare il passaggio: siamo bloccati da tre giorni”. Un’odissea che si ripete puntuale, ad ogni acquazzone. “Siamo stanchi – dice la De Marco – per le prossime elezioni sapremmo ricordare i nostri problemi ai politici. Cento certificati elettorali saranno restituiti al mittente”. Tutta colpa di una strada che forse è comunale, forse appartiene alle Ferrovie dello Stato. Ma i residenti di vicinale Trenga non hanno dubbi: “I progetti per il rifacimento stradale giacciono nei cassetti da oltre due anni. Basta con tutti i rimpalli: noi paghiamo le tasse e vogliamo servizi decenti. Invece, d’inverno, dobbiamo combattere col fango, d’estate con la puzza dei rifiuti”. Già, perché a Ponte Riccio c’è uno dei sette Cdr della Campania, quei megaimpianti che trasformano la spazzatura in balle destinante ad essere bruciate. “Vogliono mandarci tutti via e fare di questa zona un’unica grande discarica”, sbotta qualcun altro. “Non vogliamo interventi superficiali – spiega Teresa Sarnataro – . A cosa serve che i vigili del fuoco vengano a tirar via l’acqua accumulatasi sotto al ponte oggi se domani saremo nuovamente punto a capo? Qui conduciamo una vita da reclusi. Quel ponte non permette nemmeno l’accesso dei mezzi d’emergenza, di lì non ci passa né un’ambulanza, né un mezzo antincendio”. E non è l’unico problema: “Ho due bambini che vanno a scuola e da due giorni sono costretti a stare a casa. Che dovrei fare?”. E sono in tanti a domandarselo tra i genitori dei ragazzi di vicinale Trenga che frequentano le scuole elementari, medie e superiori. “Quando la strada è bloccata l’unico modo per uscire dal quartiere è aggirare il sottopassaggio, salire fino ai binari della stazione. Già c’è stato un morto – dicono – cos’altro aspettano gli amministratori per intervenire?”.
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