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Sant’Anastasia, «Aiuti a chi denuncia il racket»

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di DANIELA SPADARO




Agevolazioni e sostegno economico per i commercianti e gli imprenditori di Sant’Anastasia che denunceranno racket ed estorsioni da parte della criminalità organizzata. Una proposta dell’assessore alla sicurezza urbana, Luigi Maiello, che è già realtà: il fondo antiracket, oggi esistente, sarà rimpinguato con l’approvazione del prossimo bilancio, consentendo all’amministrazione comunale di assicurare quanto meno la sopravvivenza a chi deciderà di sporgere denuncia. Ma, novità ancora più eclatante, per le ditte che diranno basta alla pressione della criminalità organizzata le facilitazioni saranno maggiori poiché, sostiene l’assessore Maiello, il Comune di Sant’Anastasia darà loro la priorità negli incarichi per i lavori nei quali l’Ente può ricorrere all’affidamento diretto.
Un’iniziativa già sperimentata a Sant’Anastasia, con l’affidamento dei lavori di ristrutturazione della cappella madre all’interno del cimitero comunale: opera eseguita dalla ditta edile dell’unico imprenditore cittadino che, lo scorso anno, si rivolse ai carabinieri denunciando i suoi estorsori e dando il via a perquisizioni a raffica sfociati in arresti eccellenti. Il processo è attualmente in corso e l’imprenditore vive e lavora, costantemente, accompagnato e guardato a vista dalla scorta messagli a disposizione dall’Arma. Un esempio rimasto, da allora, isolato.
A Sant’Anastasia il racket sta vivendo una recrudescenza impressionante. «Ci vogliono fatti, non chiacchiere – dice l’assessore alla sicurezza urbana – ecco perché abbiamo pensato di prevedere aiuti economici per le vittime delle estorsioni che avranno il coraggio di infrangere il muro dell’omertà». Ma, paradossalmente, da quegli arresti del 2002 il picco del racket a Sant’Anastasia è in crescita: smantellati i clan locali, il paese è diventato terra di conquista da parte di cartelli criminosi che agiscono in altri quartieri dell’hinterland napoletano la cui manovalanza sta terrorizzando i commercianti del luogo con richieste di pizzo mensili che vanno dai 300 euro in su.
Poche le denuncie, rigorosamente anonime, che arrivano alla cassetta anticamorra comunale, pressanti i controlli dei carabinieri e delle forze dell’ordine, ma nessuno che decida di esporsi, almeno per ora. «E c’è un altro gravissimo problema – continua Maiello – che riguarda il settore dei rifiuti: le ditte legate alla camorra che prima gestivano ex discariche, si stanno lanciando ora nel settore delle bonifiche di siti inquinati e l’attenzione da prestare nell’affidamento degli appalti è dieci volte superiore».
Territorio nel mirino dei clan, dunque, ma intanto la Provincia ha concesso al Comune di Sant’Anastasia i fondi per l’installazione di telecamere. A breve si avvieranno le procedure di gara per dotare la città di apparecchi per il videocontrollo di sei punti strategici a rischio criminalità. «Stiamo lavorando anche per aiutare e sostenere i commercianti – sottolinea l’assessore – abbiamo recentemente convocato due riunioni del coordinamento comunale alle quali però l’Ascom, maggiore associazione di categoria cittadina, non ha partecipato».


IL MATTINO 29 NOVEMBRE 2003

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