I risultati delle elezioni amministrative a Marano disegnano una scenario che evidenzia particolari e complessi problemi di governabilità. Il centrodestra fallisce l’obiettivo di vittoria al primo turno ma, grazie alla forte astensione, riesce a superare il 50 per cento dei voti validi con le liste; la cosa impedisce alla coalizione che sostiene Mauro Bertini di poter usufruire del premio di maggioranza in caso di vittoria al ballottaggio e assegnerebbe la maggioranza in consiglio alla coalizione di Liccardo. Su questa vicenda il centrodestra ha imbastito tutta la campagna elettorale parlando di ingovernabilità qualora vinca Bertini e di sicura governabilità se dovessero vincere loro. In realtà le cose non stanno così; il problema non investe solo la coalizione de L’Altra Marano, come maldestramente vorrebbe far credere un centrodestra che per guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri dimentica la trave che sta sul suo, ma attraversa seriamente entrambi gli schieramenti anche se per motivazioni diametralmente opposte. Gli scenari che si aprono sono sostanzialmente i seguenti. Con Bertini la governabilità è possibile, anzi certa.
Qualora al ballottaggio vincesse Bertini Marano potrà fare affidamento su un sindaco che ha alle spalle l’esperienza di tredici anni di governo con risultati che stanno sotto agli occhi di tutti e che, oltre ad acquisire una conoscenza profonda delle dinamiche amministrative, ha avuto modo e tempo per tirare fuori un carattere e un temperamento che gli hanno consentito di affrontare e risolvere, prendendole di petto, situazioni complesse e molte volte ai limiti della gestibilità e di affinare quella attitudine al “comando” che gli ha consentito di governare con linearità e decisione i processi più disparati riuscendo a portare a buon esito nell’interesse unico e esclusivo della città tutto quello che si era proposto di realizzare. Il fatto che i risultati riportati al primo turno non gli assegnino in partenza una maggioranza strutturata in consiglio comunale costituisce senza dubbio un problema serio ma si tratta di un problema che non intacca minimamente la possibilità di mettere in campo un’attività amministrativa immediatamente efficace che andrà a procurarsi i numeri per l’approvazione in consiglio comunale, quando se ne porrà il problema, provvedimento per provvedimento aprendo nel contempo un dialogo con quelle forze politiche che siano disponibili a convergere su un progetto che metta al centro la città e si snodi fra paletti rigidi e invalicabili di carattere etico, sociale e morale e siccome disponibilità in questo senso ne sono già state ragionevolmente riscontrate il dubbio che l’insufficienza dei numeri in consiglio possa compromettere la governabilità è da escludere nella maniera più assoluta.
Ovviamente alla base di una certezza così fondata c’è l’assoluta affidabilità e credibilità di un capo dell’amministrazione che del capo abbia i requisiti e che questi requisiti siano stati verificati sul campo e nei tempi lunghi. Con Liccardo è assicurata l’ingovernabilità. Il centrodestra che si è visto frantumato il progetto di vincere al primo turno, prova a basare la propaganda elettorale per tentare un’improbabile vittoria al ballottaggio sull’assioma assolutamente indimostrato e platealmente falso che, avendo i numeri maggioritari in consiglio, con loro la governabilità sarebbe assicurata. Alla prova dei fatti il teorema si svuota di ogni reale contenuto e porta a una conclusione esattamente opposta e contraria. Non è vero che bastano i numeri per garantire governabilità.
Mario Cavallo fu eletto a furor di popolo con una maggioranza bulgara, ma questo non gli ha evitato di fare la miseranda fine che ha fatto abbandonando il governo della città in mano a un commissario prefettizio dopo soli nove mesi nei quali ha tentato ingloriosamente di rabberciare una sottospecie di amministrazione che non è mai decollata; la maggioranza che si è venuta a creare intorno a Angelo Liccardo è a tutti gli effetti identica a quella che ha fatto naufragare l’esperienza Cavallo, perché non dovrebbe avere un esito altrettanto disastroso? E’ proprio vero che ha i numeri? Quello che si scrive sulla carta spesso cambia di significato quando si confronta con la realtà e noi non siamo per niente convinti che tutti i consiglieri che Liccardo attribuisce alla sua maggioranza poi, alla prova dei fatti, se li ritrovi effettivamente; anzi siamo convinti del contrario.
A che servono i numeri senza un sindaco? Se la difficoltà per Bertini è trovare i numeri, la difficoltà per il centrodestra, che millanta numeri che potrebbe non avere, è trovarsi un sindaco all’altezza della situazione e non può certamente assolvere a questo ruolo, nel contesto quanto mai famelico e rissoso di una coalizione di squaletti, il candidato che rifugge con terrore i confronti pubblici, che non spiccica una parola in proprio, che si fa scrivere i discorsi dall’avvocato Scotto e se li fa correggere da un consigliere PDL di Villaricca, che si fa mettere in bocca le cose che deve dire dagli esperti in comunicazione e si fa suggerire i comportamenti dagli esperti che ne curano l’immagine: i suoi stessi sostenitori non si fidano a lasciarlo solo perché potrebbe fare guai; come è possibile immaginare che si possa affidare la guida di una città difficile come Marano a uno che a sua volta ha bisogno di essere guidato? Il rischio dello scioglimento.
Lo scioglimento di un comune per infiltrazioni non avviene a seguito di un processo penale che riscontra la mafiosità degli amministratori e d’altra parte non ci sono dubbi in merito al fatto che Angelo Liccardo con la malavita non abbia niente a che vedere; ma è sul “fumus” del condizionamento fondamentalmente basato su parentele e frequentazioni che arriva la commissione di accesso e nell’accrocco che ha messo insieme il centrodestra di parentele inquietanti, storie poche chiare e frequentazioni rischiose ce ne sono a bizzeffe: se già la presenza maggioritaria in consiglio può costituire un problema, l’affidamento del governo con l’elezione di Liccardo costituirebbe quasi una certezza: è giusto e ragionevole esporre la città a un rischio così grave e devastante? Dai numeri un nome. Sono proprio le difficoltà che emergono dai numeri del primo turno, che si sommano a quelle già notevoli del governo di una città ridotta al lumicino, che postulano che al ballottaggio gli elettori si orientino verso un candidato dall’esperienza consolidata e scelgano un sindaco con le…palle e, se l’unica bilancia per pesare le palle è la storia, la storia dice senz’altro Mauro Bertini.
Comunicato stampa
L’Altra Marano


