Durante la puntata di Servizio Pubblico, in onda ieri sera su LA7, il pentito dei casalesi Oreste Spagnuolo, ha rivelato che l’ex sindaco di Calvizzano, Giuseppe Granata, avrebbe pagato 10mila euro al clan per riaprire il Lido La Fiorente, appena poche ore dopo l’omicidio del padre, avvenuto l’11 luglio del 2008. Raffaele Granata, ex proprietario del Lido La Fiorente di Marina di Varcaturo, fu ucciso da due sicari, inviati dalla fazione facente capo a Giuseppe Setola (‘0 cecato) del clan dei casalesi, perchè si era rifiutato di pagare il pizzo.
Oreste spagnuolo racconta l’intera vicenda, partendo dal giorno prima, quando un tale soprannominato “pasta e fasule” si recò sul lito per riscuotere il pizzo e lì trovo proprio il sindaco Granata, figlio della vittima. Granata gli disse di andarsene, altrimenti avrebbe chiamato le guardie. Il camorrista riferì a Setola quanto era accaduto, il quale emanò una sentenza di morte: «domani gli faremo mangiare la pasta e faglioli». Il giorno dopo Spagnuolo in compagnia di Letizia si recarono sul Lido La Fiorente per uccidere il sindaco di Calvizzano, ma non lo trovarono. Al suo posto c’era il padre. Spagnuolo suggerì di tornare nel poimeriggio, ma Letizia non si fece pregare, scese dalla moto ed esplose 15 colpi contro Raffaele Granata, uccidendolo in un cucinino del lido. Il giono dopo, sempre secondo il pentito, il sindaco Granata si mise in contatto con uno degli esponenti del gruppo di Setola, affermando di essere pronto a pagare 10mila euro. Setola pensò ad una trappola, invece il pagamento avvenì poche ore dopo. Per Spagnuolo, il sindaco di Calvizzano era “un uomo da niente”, in quanto da poco gli stessi che avevano incassato i 10mila euro, gli avevano ucciso il padre: «è troppo» ha affermato alle telecamere di Servizio Pubblico.


