PUBBLICITÀ
HomeCultura«La debolezza, la voglia di reagire ed il sogno» in 'Gli uomini...

«La debolezza, la voglia di reagire ed il sogno» in ‘Gli uomini che non ho mai amato’. Stasera si replica al Teatro Primo di Napoli

PUBBLICITÀ

Rabbia, commozione, frustazione, ma anche voglia di reagire ed un pizzico di ironia. Non manca nulla nello spettacolo ‘Gli uomini che non ho amato’. Ieri sera la prima rappresentazione al Teatro Il Primo di Napoli, stasera si replica alle 21. L’attore Giuseppe Salvati e il musicista Luigi D’Arienzo, entrambi di Giugliano, sono i due protagonisti del nuovo spettacolo (regia e sceneggiatura di Giuseppe Salvati). Uno spettacolo fatto al 50% di musica, al 50% di testo recitato per un 100% di autenticità. I due protagonisti si sono raccontati in un’intervista doppia sul nostro giornale.

Come nasce questa produzione teatrale?

PUBBLICITÀ

Giuseppe Salvati: “Volevo raccontare alcune tipologie di uomini descrivendo e mettendo a nudo le loro debolezze. “Gli uomini che non ho amato” sono essenzialmente uomini che usano il sopruso e la forza per affermare la loro personalità, quindi per me rappresentano figure di uomini “deboli”. Il mio è un spettacolo intimistico ed evocativo. Ho voluto raffigurare questi uomini nella loro fissità come manichini nudi davanti alle loro volubilità.

Luigi D’Arienzo: “Un giorno Pino mi ha chiamato proponendomi la lettura di un copione da lui scritto, mi sono reso conto dalla prima lettura che ogni personaggio andava descritto musicalmente in modo del tutto diverso, e che il lavoro da fare non sarebbe stato semplice per me, il dover descrivere i vari personaggi in scena, e utilizzando le sole chitarre, ed una loop station, tutto rigorosamente live. Direi che è stata una bella sfida, una lotta tra chitarre e personaggi e spero di essere riuscito a creare il giusto equilibrio nel descrivere musicalmente i personaggi”.

Qual è il messaggio che intendete veicolare attraverso lo spettacolo?

Giuseppe Salvati: “Il messaggio è quello di trovare sempre il coraggio di rialzarsi dopo ogni battuta di arresto e soprattutto di sognare costantemente. Chi non ti ama ti impedisce di sognare e il mio spettacolo si chiude proprio con questa affermazione”.

Luigi D’Arienzo: “Tutto ciò che si fa con il cuore e con tanta passione non può che veicolare altro se non condivisione, arricchimento interiore, ricerca di bellezza come antidoto primario alle grandi bruttezze, e poi vi è una necessaria condizione da cui non si può sfuggire, ed è quella del porsi domande e le arti in genere ne sono spesso mezzo e veicolo. Il resto rientra in quelli che io chiamo limiti umani”.

Cosa pensate dell’assenza di un teatro e quindi anche dell’assenza di promozione musicale nella zona di Giugliano?

Giuseppe Salvati: “Mi spiace molto che non ci sia interesse per questo settore e che non ci sia un teatro dove potersi esibire. Ci sono tanti talenti che potrebbero essere valorizzati creando uno spazio dove confrontare le idee. Anche i cartelloni dei teatri napoletani ripropongono ormai da dieci anni gli stessi spettacoli visti, rivisti e riadattati e soprattutto con le stesse facce.
Si ha paura di rischiare e di puntare sulla novità e sulla diversità. Sento spesso dire che non ci sono autori nuovi in giro, ma se non gli si dà modo e maniera di esibirsi, questi non emergeranno mai. I miei spettacoli sono prodotti da me e devo cercare ogni volta uno spazio per esibirmi. Però il fatto che se ne cominci a parlare mi fa credere che qualcosa si stia muovendo”.

Luigi D’Arienzo: “Tocca un tasto dolente. Basta fare una semplice verifica in zone dove per anni la produzione musicale e le arti in genere sui territori sono state professionalmente attuate e zone dove invece questa è per anni mancata, guardarsi intorno e confrontare via via, le generazioni a venire per vederne i risultati. Credo che il dramma sociale sia sotto gli occhi di tutti. Quando si capirà questo e a quali benefici conduce l’arte e la musica in particolare, inizieremo tutti a vivere una vita, qualitativamente e umanamente migliore. Qualcuno diceva che con la cultura non si mangia, io non mangio ma sono diventato di sicuro una persona migliore. Negli ultimi tempi a Giugliano sento parlare di arte e cultura sempre più spesso e sembra esserci una nuova e buona volontà a voler percorrere tale direzione. Ma la strada è lunga. Personalmente nel mio piccolo io c’è la metto tutta”.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

Giuseppe Salvati: “Farò altri spettacoli con altre compagnie, mi piace diversificare sempre e alternare testi impegnati a testi diciamo “leggeri “. Poi ci sarà il mio nuovo progetto”.

Luigi D’Arienzo: “C’è altro in programma, ma sino a quando tutto non prenderà forma direi che è ancora presto per dire di cosa si tratti”.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ