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La proposta culturale della Masseria Antuono per parlare ancora di Giovan Battista Basile

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Mi era stato suggerito di andarci, nel caso non avessi avuto altro da fare, per verificare quanto si era preannunziato come qualcosa di insolito, giusto per non lasciarsi ammaliare dalle parole, laddove si era detto che sarebbe stato comunque un evento straordinario. Ed io, alla Masseria Antuono, che già altre volte avevo avuto occasione di frequentare, ci sono arrivata, bene accolta dai suoi gestori, mentre gli ospiti, in sala, cominciavano a socializzare con le prime portate del solito ricco antipasto, che, per l’occasione, però, era stato modulato per essere intenzionalmente ispirato ad una scenografia barocca, poiché il pranzo era stato organizzato per contribuire a diffondere la conoscenza delle fiabe, tratte da Lo cunto de li cunti, nella ricorrenza del 450° anniversario della nascita di Giovan Battista Basile, del quale, ormai da circa tre mesi, si sta cercando di riabilitare la memoria, con esiti non sempre soddisfacenti, o per lo meno con scarsa tempestività nella rincorsa dei tempi occorrenti per delineare una compiuta progettualità che non si esaurisca nella celebrazione occasionale di quest’anno.

In virtù di tante intenzionalità sinergiche, negli ultimi mesi abbiamo imparato, e si può dire ormai tutti, che il Basile nacque a Giugliano il 15 febbraio 1566, e che, nella ricorrenza a cifra tonda del più importante anniversario, l’Amministrazione comunale, e quindi la Città, si sia imposto l’obiettivo di celebrarlo per tutta la durata del 2016. Se questo, dunque, è l’Anno del Basile, si giustifica che chiunque, a modo suo, possa contribuire a celebrarne la memoria.
Pertanto, mi è parso evidente che questo abbiano voluto fare i gestori della Masseria Antuono, Antonietta D’Agostino e Antonio Russo, insieme con i loro figli, riuscendo a suscitare veramente l’entusiasmo degli ospiti, con l’offerta di una ricetta inusuale e di certo straordinaria, ovvero con la degustazione di un pranzo ispirato, nei dettagli culinari, alle eccellenze locali della tradizione contadina, e quindi affacciato sul Seicento, con l’intento manifestato di celebrare Giovan Battista Basile.

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Ma il tocco di straordinaria originalità, di contorno sostanziale alle portate, e quindi a tutta la durata del pranzo, è stata la commistione tra cibo e cultura, e l’alternarsi sincronizzato tra questi due momenti, abilmente gestiti dal Dott. Emmanuele Coppola, di concerto con lo Chef Nicola Russo, e con gli artisti, ovvero con l’attrice Teresa Barretta, il soprano Mary Massarelli ed il tenore Orazio Taglialatela Scafati, i quali si sono avvalsi, per l’accompagnamento ed il sostegno ai canti, della proficua collaborazione dei musicisti Gioacchino Iovino (chitarra), Raffaele Puglia (mandolino), Carmen Percontra (nacchere) e Sasà Geko la Rocca (tammorra).
Il pranzo domenicale del 28 febbraio 2016, che si è protratto per circa cinque ore, si è tradotto, così, in un evento di particolare attrazione culturale, dacchè si è continuato ad esaltare, tra una portata e l’altra, la figura del Basile attraverso una originale riproposizione della Fiaba di Zezolla/Cenerentola, interpretata da Teresa Barretta ed in parte cantata da Mary ed Orazio, che hanno dato gran voce ai testi composti dallo stesso Emmanuele Coppola, dodici anni fa, e adattati ad una quindicina di celeberrime melodie napoletane per la rappresentazione teatral-musicale della ‘‘Fiaba di Nunziatina’’, portata trionfalmente in scena, per ben tre volte, dall’Accademia Musicale Liliarium. Si è voluto così ricordare che, comunque, a Giugliano si è cercato di fare qualcosa di buono, negli anni addietro, a cominciare certamente dal 1996, per riscattare dall’oblio della nostra periferia culturale il nostro più illustre concittadino, quel Giovan Battista Basile che il mondo ci invidia, per essere l’autore di quel fantastico libro di fiabe, che è Lo cunto de li cunti, mentre noi, finalmente, stiamo cercando di fare i primi passi per non rimanere al palo.

Non mi compete scendere nelle polemiche, che pure, probabilmente, negli ultimi tre o quattro mesi, avranno contribuito, come lievito, a far crescere qualcosa; mi limito, pertanto, ad evidenziare ancora l’intelligente proposta culturale che i gestori della Masseria Antuono sono riusciti a veicolare attraverso il cibo, guidati certamente dalle considerazioni elaborate in quell’articolo pubblicato dal Dott. Emmanuele Coppola su AbbìAbbè, quindici giorni fa, là dove si è parlato del rapporto tra il cibo e l’intrattenimento ludico/culturale nelle corti feudali o nei palazzotti dei Signori, come si ritrova rappresentato in tante diverse fiabe del Basile.
Mi permetto, tuttavia, di sfiorare appena il coacervo delle polemiche che riprendono ad affiorare sulle modalità ed opportunità di affrontare le preannunziate celebrazioni in onore del Basile nel corso del corrente anno 2016. Quanto di recente hanno fatto i gestori della Masseria Antuono – certamente coadiuvati in modo decisivo e sostanziale da Emmanuele Coppola e Teresa Barretta, che a loro volta si sono tirati appresso Mary Massarelli ed Orazio Taglialatela Scafati in virtù della loro acclarata professionalità canora – dovrebbe per lo meno far riflettere sulla opportunità di non trascurare le potenziali ed acclarate capacità culturali locali, attratti e deviati, in certi casi, dal prestigio mediatico e dalla presunta indiscutibile superiorità dei prodotti di importazione, rimanendo succubi della nostra atavica abitudine di andare a servire a casa degli altri.

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