Cos’è la politica? Potrei riportare tantissimi aforismi, di altrettante celeberrime e quanto mai illustri fonti, ma mi asterrò dal commentare definizioni che, per quanto corrette e esaustive, non fanno parte, o per lo meno non fanno del tutto parte del mio pensiero in riguardo.
Allora, cercherò con poche parole di scrivere cosa intendo per politica. La politica è l’arte del saper ben parlare, l’arte del saper ben vendere le proprie idee, l’arte della dialettica e della retorica, l’arte del saper far comprendere ed apprendere appieno le proprie idee. Credo che molti saranno d’accordo con queste poche definizioni, forse qualcuno avrà altro da aggiungere, ma pochi obietteranno o aggrotteranno le ciglia alla lettura di cui prima. Eppure, ed è un mio personale pensiero, la politica deve essere intesa anche e soprattutto sotto altri aspetti: politica è lavorare per il bene della gente, difendere chi ne ha più bisogno, lavorare per migliorare la società in cui si vive ed altro ancora che alieno è dalla mera arte del linguaggio, ma più che mai in sintonia con l’approccio pratico ed essenziale dei fatti. Proprio per tale motivazioni, per me, la politica e chi ne fa uso, deve essere l’arte della correttezza ed il politico deve essere colui che più di tutti è corretto nei propri costumi. Allora, se durante un convegno che ha come tema i giovani e la droga, di notevole importanza sia per la delicatezza dei fatti trattati sia per l’attualità degli stessi, il Primo Cittadino dopo aver presieduto per più dei due terzi della durata totale del convegno ed aver partecipato attivamente ai propri lavori, apportando le sue conoscenze in materia, è chiamato inaspettatamente ed urgentemente altrove, egli ha acquisito il diritto di potersi congedare, al di là della motivazione che lo spinge ad allontanarsi prima del tempo. Per cui, povero di contenuti e del tutto fuori luogo, è stato l’atto da parte di chi, senza ritegno e credendo di approfittare, evidentemente, della situazione per mettersi nella solita, patetica “vetrina di perbenismo”, ha criticato a voce alta e indefessa allo scandalo per tale atto di insensibilità al cospetto di un sì tal problema, prendendo la sua brava razione di plausi da parte della propria cricca. Ebbene vorrei invitare chi ha parlato e chi ha applaudito a riflettere su ben altri temi, allontanandosi dalla solita politica da politicanti e non politici. Vorrei invitare questi signori, e specialmente chi ha parlato, a ragionare sui tanti problemi che affliggono il nostro paese, rammentandogli che se Qualiano ha dei problemi, e ne ha tanti, credetemi, fra cui proprio quello della droga, è anche evidentemente per propria negligenza, anche perché proprio molti di loro da tempo occupano posizioni di risalto nella vita politica del nostro paese.
Carmine Sgariglia
